Politica

I precari smascherano il "trucco" di Emiliano: "La beffa per i sanitari"

Emiliano aveva annunciato la stabilizzazione dei precari della sanità, prima che il Dpcm diventa legge. Strategia politica? A Roma stralciano l'emendamento, ma a rimetterci sono medici, infermieri e oss

foto archivio Emiliano con il dir.san dell'asl di Bari Sanguedolce e l'on.Pagano
foto archivio Emiliano con il dir.san dell'asl di Bari Sanguedolce e l'on.Pagano

Ha cantato vittoria troppo presto Michele Emiliano, quando il decreto “Rilancio” non era ancora legge e adesso, l’emendamento che consentiva la stabilizzazione del personale sanitario precario con l’articolo 255, è sparito da quel Dpcm (decreto della presidenza dei consigli dei ministri).

Eppure lo stesso governatore scrive in un post della sua pagina Facebook del 14 maggio scorso di aver chiesto al governo di inserire quell’emendamento, che estende al 31 dicembre 2020, il termine entro il quale il personale sanitario precario deve maturare i tre anni di servizio per ottenere la stabilizzazione. Con la legge Speranza infatti, i lavoratori del sistema sanitario erano esclusi da questa possibilità, riservata a tutti gli altri dipendenti pubblici precari. Si era così creata una diseguaglianza tra lavoratori tale per cui, i dipendenti della sanità avrebbero dovuto maturare i tre anni di servizio entro la fine del 2019, mentre i loro colleghi della pubblica amministrazione avrebbero avuto più tempo con l’estensione dei termini alla fine di quest’anno.

Emiliano scrive invece il 14 maggio che il decreto "Rilancio" è oramai legge, dando la buona notizia a centinaia di lavoratori pugliesi. “La Regione Puglia - dice il governatore - ha chiesto al governo di estendere la stabilizzazione del personale sanitario anche a coloro i quali maturano i 36 mesi di lavoro entro il 31 dicembre 2020. Da ieri sera (il 13 maggio) è legge. È un riconoscimento al lavoro svolto di medici, infermieri e operatori sanitari che hanno combattuto contro il virus nella nostra sanità. L’articolo è stato scritto dall’on. Ubaldo Pagano e dall’on. Marianna Madia che ringrazio pubblicamente assieme al governo.”

Peccato però che il decreto deve ancora essere convertito in legge. Emiliano faceva dunque riferimento alla bozza uscita dalla Camera del Consiglio dei Ministri alle ore 17 del 13 maggio, quando l’emendamento Pagano-Madia era inserito. Salvo poi essere stralciato poco dopo. Un dispetto al presidente ? “Mi auguro di no” - dice Giuseppe Vatinno, segretario regionale della Uil. “Spero che sia un errore e che si possa recuperare. Se fosse davvero un dispetto al presidente della Puglia, sarebbe una vigliaccata fatta ai circa 600 precari pugliesi, più che a Emiliano, con il quale ci incontreremo oggi per discutere del tema”. “Non sarebbe tuttavia la prima volta che accadono brutte sorprese” - sottolinea Vatinno. “Sempre la stessa manina che ha stralciato l’articolo 255, ha fatto sparire anche qualcosa nel decreto 'cura Italia'. Era previsto infatti che le imprese, prima di attivare le procedure degli ammortizzatori, comunicassero alle organizzazioni sindacali le loro intenzioni. Questo iter è stato poi eliminato nella conversione del decreto in legge, il dispetto in questo caso è stato fatto a noi sindacati”.

Chi ci rimette però alla fine sono i lavoratori, alcuni dei quali hanno già scritto una lettera aperta al presidente Emiliano. Sono i 120 operatori socio sanitari di Brindisi, che chiedono al governatore di scendere accanto a loro e combattere perché il governo possa reinserire nel decreto Rilancio l’articolo stralciato, dando loro la possibilità di maturare i requisiti per l’assunzione a tempo indeterminato entro la fine dell’anno e oltre.

Molti di noi – scrivono i precari - sono stati chiamati a lavorare in reparti Covid e non ci siamo tirati indietro, qualcuno si è anche ammalato. Fortunatamente la situazione dei contagi in Puglia è rientrata, ma tutti noi oss, insieme a medici, infermieri, tecnici, che sono stati in prima linea, rischiamo adesso di essere rimandati a casa. Non vogliamo essere ringraziati, signor presidente, vogliamo solo che ci sia qualcuno come lei, che con impegno e partecipazione sia al nostro fianco affinché possiamo appartenere definitivamente a questo sistema sanitario a cui abbiamo dato tanto.

Si tratta di capire quanta energia, dopo la bocciatura dell’emendamento, adesso il governatore della Puglia voglia investire in questa vertenza, tenuto conto che ci sono anche i 2.500 oss che hanno espletato un concorso mesi fa a Foggia e che aspettano di essere assunti dalla graduatoria. Numeri che politicamente hanno un peso e che possono determinare delle priorità differenti.

“L’emendamento di Pagano scaturisce in gran parte da un’esigenza tutta pugliese – dice Cosimo Fico, segretario regionale della Cgil – Era necessario perché la modifica alla legge Madia con la norma di stabilità di quest’anno, che allunga il termine per la stabilizzazione al 31 dicembre 2020, riguardava solo il comparto della pubblica amministrazione, escludendo quello sanitario. Medici, infermieri, tecnici professionali, sanitari non erano contemplati venivano inseriti nella stabilizzazione proprio grazie all’emendamento che ora però non c’è. Il problema si aggrava di più perché mentre venivano modificati i termini della stabilizzazione previsti nella Madia, non sono stati però abrogati quelli previsti nel milleproroghe che fissa alla fine del 2019 la data ultima per la stabilizzazione dei dipendenti sanitari”.

“Abbiamo segnalato questa contraddizione - dice Fico – ai nostri referenti nazionali, Emiliano ha interessato i parlamentari della sua linea partitica, è vero che forse se la sono suonata e cantata troppo presto, però c’è da riconoscere un pro attivismo da parte del presidente e dell’onorevole Pagano che ha proposto l’emendamento approvato in conferenza Stato – regioni e poi in Consiglio dei Ministri. Quali siano state poi le ragioni che hanno portato alla revoca dell’emendamento, lo ignoro; posso dire però – conclude il segretario della Cgil - che c’è stata una sommossa dei confederali che hanno preteso con un comunicato al ministro Speranza che venga ripristinato l’emendamento in questione”.

La partita da giocare è puramente politica. “La Puglia – dichiara l’avvocatessa Maria Greco, legale dei 120 oss precari brindisini - potrebbe infatti adottare un indirizzo politico e stabilizzare tutti i precari entro la fine dell’anno senza distinzioni, appellandosi alla sentenza della Corte Europea che ha già condannato l’Italia per le reiterazioni dei contratti a tempo oltre i tre anni e appellandosi anche al principio costituzionale che pone medesime condizioni tra i lavoratori senza discriminanti.” In Umbria per fare un esempio, la Regione sta assumendo anche quei precari del sistema sanitario che devono ancora maturare i 36 mesi. Nell’azienda ospedaliera “Santa Maria” di Terni, i lavoratori precari che non hanno raggiunto i tre anni di servizio al 31 dicembre 2019, verranno comunque assunti a tempo indeterminato entro il mese successivo al raggiungimento degli stessi”.

Così mentre Emiliano si è visto stralciare l’articolo 255 quando già cantava vittoria e tesseva le lodi del suo parlamentare, il movimento 5 stelle alla Camera ha chiesto e ottenuto dal governo, di anticipare la misura per la stabilizzazione dei precari.

Nel frattempo a Bari, i consiglieri di Fratelli di Italia hanno presentato una mozione da discutere al primo consiglio regionale utile per impegnare prima ancora che il governo, il presidente del consiglio regionale Mario Loizzo, a porre rimedio nella Legge di Conversione del Decreto Rilancio. “Un presidente di Regione che vuole davvero stabilizzare il personale sanitario pugliese alle 8 del mattino del 14 maggio, non sta su Facebook a postare per bearsi, sta al telefono a pressare il ministro Boccia e il ministro Speranza perché quell’articolo vada in porto per davvero! Non a chiacchiere…”

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