Inutile tirare in ballo le crociate e l'imperialismo americano. I termini del conflitto fra Occidente e mondo islamico sono compresi in due rapporti che prescindono dalla storia: quello con la morte e quello con le donne. Queste ultime non sono accettate così come le ha fatte la natura. Devono essere corrette, velate e sottomesse. Altrimenti sono carne avariata da stupro. Questo insegna la notte di San Silvestro a Colonia dove le donne tedesche sono state braccate e chiuse in trappola. Quanto alla morte, per jihadisti e fondamentalisti è un valore superiore alla vita. Per noi è il contrario. Per la natura delle donne è il contrario. La libertà delle donne dell'Occidente di vestirsi ed agire come a loro pare e piace, è un'insopportabile offesa che chiede riparazione oltre ogni confine geografico. Le donne attaccate sessualmente a Colonia raccontano l'orrore della cattura (a quasi tutte sono stati tolti gli indumenti intimi). Le donne occidentali che difendono quelle islamiche sono il demonio. Diceva Bin Laden: «Le musulmane rifiutano di farsi difendere dalle prostitute ebree e americane».
La convivenza, in questi termini, è inaccettabile: se una donna europea dichiara il suo sex appeal, ecco che la virilità islamica reclama il diritto di stupro. È storia ormai antica: la sessualità femminile nell'islam è considerata una mina vagante, perché per loro natura le donne creano e proteggono la vita, oltre ad esercitare il blasfemo potere di sedurre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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