Cronache

Scafista somalo condannato all'ergastolo ad Agrigento, ma lui è sparito

Non c'è alcuna traccia di Mohamed Moussa, scafista somalo tra i responsabili della morte per asfissia di 25 migranti all'interno di un barcone giunto a Lampedusa il primo agosto 2011

Scafista somalo condannato all'ergastolo ad Agrigento, ma lui è sparito

È stata una delle stragi più rimaste impresse nella mente dei soccorritori di Lampedusa: in quel periodo l’isola era sommersa di sbarchi ed emergenze, era infatti il primo agosto del 2011 ed in quell’anno le primavere araba esplose in Tunisia e Libia stavano comportando un drastico aumento di partenze dal nord Africa.

In quel giorno per l’appunto, all’interno di un barcone sono stati ritrovati 25 cadaveri. Non erano annegati, la loro morte è stata dovuta ad asfissia. Le modalità con cui si è giunti alla tragedia hanno lasciato di stucco i soccorritori della Guardia Costiera: in base alle testimonianze rese da chi è sbarcato da quel barcone, i 25 migranti morti sono stati rinchiusi in una botola e chi si ribellava veniva malmenato.

In uno spazio di appena 2 metri quadri, c’erano almeno 26 persone: quando nessuno riusciva più a respirare bene, hanno fatto di tutto per uscire da lì, ma gli scafisti ributtavano giù chiunque si ribellasse. Secondo i testimoni poi ascoltati dagli inquirenti, un migrante era riuscito a venir fuori da quella vera e propria gabbia, ma chi controllava il barcone ha gettato in mare quella persona che è poi morta annegata. Gli altri 25 invece, sono stati lasciati morire senza ossigeno lì dentro.

Oggi per quella strage è arrivata un’altra condanna: la corte d’assise del tribunale di Agrigento, ha infatti decretato l’ergastolo per Mohamed Moussa. Si tratta di un somalo che era tra gli scafisti del barcone della morte. È il sesto condannato per quella strage. L’ergastolo forse potrebbe restituire un po’ di dignità a quei 25 morti asfissiati.

Forse però, perché in realtà il condannato domani non andrà in carcere a scontare la pena per un atroce delitto. Infatti, il somalo non si trova: risulta irreperibile, non è stato rintracciato ed è libero da qualche parte, convinto probabilmente di essere sfuggito alla giustizia italiana. Un criminale che per adesso l’ha fatta franca: di lui non ci sarebbero tracce già da anni, da quando per lui durante il processo iniziato ad Agrigento è scattata anche l’accusa di omicidio volontario, oltre a quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per la quale era già stato condannato.

Moussa, secondo gli inquirenti, era il sesto scafista di quell’imbarcazione: gli altri cinque sono stati condannati, lui una volta approdato a Lampedusa sembrava avere un ruolo diverso e minore. Invece si è poi scoperto che il somalo era tra il gruppo di chi comandava in quel mezzo, contribuendo all’uccisione delle 25 persone poi ritrovate asfissiate.

Una tesi questa sposata dal Pm Alessandra Russo, che aveva chiesto l’ergastolo, e dai giudici della corte d’assise di Agrigento che, come detto ad inizio articolo, ha decretato la pena massima nei confronti di Moussa.

Intanto si cercano ancora sue notizie e se, in particolare, negli ultimi anni ha o meno proseguito la sua macabra attività criminale.

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