Coronavirus

È una scelta che offende la libertà

Caro Sgarbi, non ho ben capito, in quella Babele che è oggi la comunicazione politica, se l'ordinanza che vieta a Sutri l'uso delle mascherine all'aperto l'hai solo annunciata o anche firmata nella tua qualità di sindaco

È una scelta che offende la libertà

Caro Sgarbi,

non ho ben capito, in quella Babele che è oggi la comunicazione politica, se l'ordinanza che vieta a Sutri l'uso delle mascherine all'aperto l'hai solo annunciata o anche firmata nella tua qualità di sindaco. Se fosse il primo caso trovo la mossa geniale come la maggior parte delle cose che dici e che fai, una provocazione dannunziana per attirare l'attenzione su un problema reale (le libertà personali), su una bellissima città e, perché no, anche su di te. Se, viceversa, quell'ordinanza esiste davvero ed è in vigore, be' allora non mi trovi d'accordo per un motivo molto semplice: si tratta comunque di un divieto, all'incontrario, ma pur sempre un divieto. E a noi liberali i divieti non piacciono a prescindere da cosa vietano.

In punta di principio, cioè al netto delle valutazioni sanitarie, obbligare a portare la mascherina è infatti illiberale quanto imporre con la forza (della legge) di non portarla. Un cittadino dovrebbe essere libero di comportarsi come meglio crede senza dovere rendere conto a nessuno, neppure al sindaco, delle sue convinzioni e delle sue paure.

Con una differenza: se l'imposizione della protezione può essere in qualche modo giustificata dalla necessità di proteggere il prossimo (so che anche su questo la scienza è divisa, ma ci sta), la sua abolizione non porta alcun beneficio a nessuno.

«Usate la mascherina con buonsenso» sarebbe l'unica ordinanza che un sindaco dovrebbe firmare. E mi auguro che nessun cittadino di Sutri e nessun turista lì di passaggio debba pagare una multa perché il suo buon senso (ognuno ha il proprio, criticabile sì, ma mai censurabile) gli dice di proteggersi naso e bocca.

Io a Sutri camminerei tranquillamente a viso scoperto, ma se per caso mi venisse in mente di proteggermi e un tuo vigile me lo contestasse, per difendere la mia libertà avrei un'unica scelta: chiamare il 113 o, forse, meglio, l'ambulanza del servizio psichiatrico.

Commenti