Le scelte di campo fanno la differenza

Quando il mondo è sconvolto dalle guerre, la politica di ciascun Paese minacciato o coinvolto si polarizza

Le scelte di campo fanno la differenza

Quando il mondo è sconvolto dalle guerre, la politica di ciascun Paese minacciato o coinvolto si polarizza: partiti piccoli e grandi devono fare le loro scelte e dichiararle mettendo da parte tutte le piccole o grandi liti e antipatie personali. Sta accadendo in tutti i Paesi (Stati Uniti e Francia sono alla vigilia di elezioni importantissime) e accade anche in Italia. E che cosa scopriamo? Che la brutale crisi imposta dalle armi risistema il quadro politico con un risultato piuttosto sorprendente: il centrodestra si rinforza mentre il centrosinistra perde. Che cosa sia accaduto nell'area di sinistra l'abbiamo visto con imbarazzo, così come l'hanno visto con visibile sdegno sia il presidente della Repubblica che il presidente del Consiglio. Che cosa hanno visto era su tutti i giornali e telegiornali: i Cinque stelle spaccati e spacchettati anche fra loro - in mano all'avvocato Conte hanno rotto l'unità tentando di scavarsi un buco nel formaggio, un fondo d'investimento ed un disonorevole imbroglio sulla decisione già presa di aumentare insieme all'Europa le spese militari allo scopo di preservare la pace minacciata.

Così gli italiani hanno visto Enrico Letta, segretario del Pd, ancora una volta legato nello stesso sacco con Giuseppe Conte insieme a frange minime e fisiologiche della sinistra-sinistra. Abbiamo visto quindi Conte affrontato a brutto muso da Mario Draghi e costretto ad arrampicarsi di corsa sul Colle per giurare a Mattarella di non aver mai voluto far cadere il governo. E anche gli italiani se ne sono accorti. Prova ne sia che ai sondaggi rispondono così (lo comunica l'agenzia Dire): il centrodestra, includendo Fratelli d'Italia che dall'opposizione ha appoggiato le decisioni del governo, distacca di quasi 12 punti la coalizione di centrosinistra che comprende il movimento pentastellato che Conte contende al più realistico Luigi Di Maio.

Il sondaggio dimostra inoltre che la divaricazione fra destra e sinistra a favore della prima, si produce proprio quando il governo ha affrontato l'orrenda novità dell'invasione. Prima che i carri di Mosca si affacciassero oltre la frontiera con l'Ucraina, l'andamento era inverso: il centrodestra calava e il centrosinistra, sia pur di poco cresceva. Ma, come abbiamo detto all'inizio, sono le questioni vitali, quelle che investono l'esistenza stessa di una nazione, a definire in modo netto chi sta di qua e chi di là. Il sondaggio mostra un ulteriore fatto positivo: e cioè che Forza Italia il centro di centrodestra - risale nettamente sopra il dieci per cento.

La ripresa di Forza Italia è particolarmente notevole, perché il suo fondatore e leader, legato da una amicizia personale con il presidente Putin (prima che inseguisse sogni neo-imperiali con l'uso della guerra) ha saputo gestire in maniera perfetta la sorpresa traumatica dell'invasione dell'Ucraina, con la dignità di uno statista: quel genere di statista che oggi è così carente in Italia. La coalizione ha retto benissimo: sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni si sono ritrovati con le loro differenze sulla stessa linea ferma che il governo aveva concordato con l'Europa, e con le democrazie occidentali.

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