I "No borders" in piazza coi migranti, il vescovo: "Andate in Francia"

Il vescovo di Ventimiglia prende posizione sulla manifestazione pro migranti dei "No borders". Per il prelato l'atteggiamento disumano in materia d'accoglienza non è quello italiano

I "No borders" in piazza coi migranti, il vescovo: "Andate in Francia"

La manifestazione del collettivo di Ventimiglia è rivolta alle politiche francesi ed è in Francia che deve declinarsi. Questa è la posizione del vescovo della diocesi interessata dall'evento, monsignor Antonio Suetta.

Tutto pronto per il corteo organizzato da "Progetto 20K" che, stando al sito dell'organizzazione, si batte anche per il diritto alla libertà di movimento. Il raduno, che dovrebbe svolgersi il prossimo quattordici di luglio nella città ligure, punterebbe a sensibilizzare le istituzioni sul tema dell'immigrazione.

Gli organizzatori, in realtà, sembrano contrari alla stessa esistenza del confine. "Sono le politiche Italiane ed Europee - hanno scritto - non certo le manifestazioni di solidarietà, che stanno mettendo in discussione Shengen, facendo ricomparire per tutte/i un confine che non dovrebbe esistere più e che invece diventa sempre più brutale...". I "No borders" raccontano di come, tra le altre cose, non siano "...bastate le ordinanze del Sindaco Ioculano che vietavano ai suoi concittadini di portare cibo ai migranti a fermare questa solidarietà attiva e diffusa: ogni giorno erano tanti i ventimigliesi che portavano ai migranti un vecchio vestito o una coperta, magari nascondendoci dentro del pane, della frutta, una bottiglia d’acqua". Ventimiglia, insomma, sarebbe dalla loro parte. Ma non tutti la pensano così.

Per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, come riportato da Il Secolo XIX, questa è una "manifestazione" che "ha il sapore di una provocazione, che costituirebbe un ulteriore disagio per una città che già ha pagato sulla propria pelle un prezzo altissimo per le problematiche legate all’immigrazione. "Fatto salvo il diritto di manifestare - ha continuato il governatore - in quell’occasione devono prevalere altri diritti, in primis il diritto alla sicurezza e alla tutela dell’ordine pubblico". Sembrerebbe che la Prefettura possa prendere delle decisioni in merito al corteo. Magari per ragioni di sicurezza e/o viabilità. Ma nel coro di voci che si stanno alzando sull'evento organizzato dal collettivo spicca, come anticipato, quella del vescovo Setta.

"Se qualcuno vuole manifestare contro l’atteggiamento francese - ha esordito il prelato - lo faccia in Francia". Un evento che per il vescovo "può avere anche le sue buone ragioni", ma che dovrebbe essere organizzato oltralpe al fine di "sensibilizzare il governo e le istituzioni francesi". Secondo la visione del monsignore, sono state proprio le politiche del governo transalpino a creare un vero e proprio "tappo" a Ventimiglia. "È molto grave e assolutamente disumano - ha continuto Setta - l’atteggiamento morale, culturale e intellettuale della Francia in questa ostinata opera di chiusura e di respingimento dei migranti. Ritengo abusive, vessatorie e ciniche alcune azioni commesse, soprattutto quelle nei confronti dei minori".

I "No borders" per "colpire" davvero nel segno, dovrebbero manifestare contro le scelte di Emmanuel

Macron, sembra far intendere il prelato. I migrazionisti, radunandosi a Ventimiglia, starebbero sbagliando "obiettivo". La Chiesa cattolica, per una volta, dalla parte delle istituzioni italiane in materia d'immigrazione.

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