Lo sciopero della scuola paritaria: "Noi invisibili a questo governo"

La due giorni di maratona “rumore costruttivo”, promossa da USMI e CISM, sembra abbia raggiunto il suo scopo: nel giro di poche ore si è verificata una mobilitazione che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone fra studenti, genitori e docenti della scuola paritaria, e non solo

Lo sciopero della scuola paritaria: "Noi invisibili a questo governo"

La due giorni di maratona “rumore costruttivo”, promossa da USMI e CISM, sembra abbia raggiunto il suo scopo: nel giro di poche ore si è verificata una mobilitazione che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone fra studenti, genitori e docenti della scuola paritaria, e non solo. Si è trattato di uno sciopero della scuola paritaria. Ma uno sciopero intelligente, che non ha messo in difficoltà i propri utenti, studenti e famiglie, come di fatto avviene quando scioperano comparti di servizi essenziali. Quando la scuola paritaria sciopera, lo fa a suo modo, lavorando dieci volte tanto. Le lezioni infatti non sono state sospese, allievi e genitori non sono stati lasciati da soli nell’emergenza covid; al contrario, si è rafforzata l’idea di comunità scuola, la certezza di appartenere ad una comunità più grande, di essere chiamati a svolgere un servizio per la società. E’ stata una lunga lezione di Educazione Civica. Oltre alle regolari lezioni, le scuole hanno infatti organizzato video, interviste, flashmob, dirette facebook per sollecitare il Governo a prendere in considerazione il problema della negazione, da parte dello Stato italiano, del diritto alla libertà di scelta educativa, diritto proprio ad ogni famiglia. Significativo e volutamente provocatorio lo slogan scelto per la mobilitazione #NOI SIAMO INVISIBILI A QUESTO GOVERNO.

Al momento la libertà di scelta educativa dei genitori è meno importante, a quanto sembra, del bonus monopattino. “Ma non demordiamo”, ripetono le centinaia di migliaia di persone che ci hanno messo la faccia, come emerge dalla pagina fb dell’USMI nazionale. Un motivo in più che conferma questa posizione viene dall’appoggio, a livello trasversale, del mondo della politica che si è fatta carico della questione in modo estremamente chiaro. Due agenzie stampa lanciate dalla Camera e dal Senato il 22.05.2020 confermano un impegno serio verso una maggioranza politica e non solo numerica. Questa trasversalità si è consolidata avendo constatato che i gestori delle scuole paritarie non vogliono stanziamenti per le scuole ma, va sottolineato con forza, per le famiglie, per i genitori, che, di diritto devono essere liberi di scegliere queste scuole pubbliche, o altre. In che modo? Detrazioni sulle imposte, sconto dei tributi, finanziamento della didattica a distanza, risanamento degli edifici scolastici. La due giorni di mobilitazione ha consentito anche di toccare con mano la drammaticità della situazione: se non si interviene, molte scuole dovranno comunicare entro il 1° giugno alle famiglie dei loro allievi, e a 25.000 docenti, l’intenzione di chiudere. E se si chiude una scuola, si distrugge la cultura di una Nazione. La cosa è tanto più grave se si pensa a quelle zone economicamente e socialmente più fragili dove le scuole, paritarie e statali, rappresentano l’ultimo presidio contro la diffusione delle organizzazioni criminali, che in questa emergenza covid diventeranno ancora più agguerrite e “virulente”.

Occorre credere che i milioni attualmente stanziati dal Governo siano un primo passo, una conferma della presa in carico del problema per far sì che, anche in Italia, il diritto alla libertà di scelta educativa sia finalmente riconosciuto e, attraverso l’accoglimento della proposta del costo standard per allievo – necessaria in primis alla scuola pubblica statale - sia effettivamente garantito. Oggi serve 1 Mld di euro da trovare nei prossimi giorni con gli emendamenti su detrazione retta, incremento fondi per scontare la retta, sconto tributi, finanziamenti della Dad, interventi per il risanamento della scuola paritaria come per la scuola statale, interventi delle regioni e dei comuni, insieme all’intervento delle 20 Mila borse di studio della Cei, per scongiurare la chiusura del 30% di scuole paritarie e la migrazione di 300 mila allievi nella scuola statale, con un costo per in cittadini di 2,4 Mld come dimostra lo studio scientifico pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni (link), più i 3 Mld che occorrono per far ripartire le 40 mila sedi scolastiche statali con i 7 Mln di studenti.

La scuola è a rischio, non riparte senza queste premesse e il danno sociale ed economico sarà gravissimo per il Paese. Da Camera e Senato si alza una voce trasversale a sostegno della libertà di educazione. Alla Camera l'iniziativa è partita dall'onorevole Maurizio Lupi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, che ha coinvolto rappresentanti di tutti i partiti. Nello stesso tempo al Senato, promosso dalla senatrice Paola BINETTI (UDC), è stato sottoscritto un Manifesto che in modo analogo raccoglie il consenso dei rappresentanti di tutti i partiti: Anna Maria Bernini, Andrea Cangini, Alessandra Gallone (FI), Vanna Iori e Assuntela Messina (Pd), Isabella Rauti (FdI), Matteo Salvini, Erica Rivolta e Stefania Pucciarelli (Lega), De Poli e Saccone (UDC), Donatella Conzatti (IV) e Tiziana Drago (M5S). Il Manifesto sottolinea l'importanza che la fase di rilancio del Paese riparta dalla scuola e dai necessari investimenti a favore delle nuove generazioni.

E' indispensabile ricordare che il sistema scolastico italiano è un unico sistema scolastico su base nazionale; un sistema di cui fanno parte a pieno titolo, per legge, sia la scuola statale che quella paritaria. Per questo è importante che ci siano risorse adeguate per entrambe. Il governo con il decreto Rilancia Italia ha fatto un passo avanti incrementando le risorse per le scuole paritarie, ma non è neppure un quinto di ciò che è necessario, se si vuole evitare il collasso non solo della pubblica paritaria, ma anche della scuola statale. Gli investimenti in educazione e formazione appaiono sempre più determinanti per lo sviluppo del Paese nei momenti di crisi, ma richiedono la necessaria tempestività e l'indispensabile consistenza economico-finanziaria, per accompagnare gli studenti fin dal loro primo ritorno a scuola già dal prossimo settembre. Il gruppo del Senato, insieme a quello della Camera, è impegnato a lavorare trasversalmente, in un'ottica di piena collaborazione, a servizio di un progetto che investe i giovani a cominciare dalla fascia 0-6 e intende accompagnarli fino alle soglie della maturità.

Per questo i Gruppi parlamentari hanno particolarmente a cuore anche gli insegnanti, perché in numero adeguato, con le necessarie competenze, e con la disponibilità mostrata anche in tempi di Covid-19, ritrovino quel consenso sociale a cui hanno diritto per il ruolo che svolgono e la passione con cui lo svolgono nella scuola pubblica, sia statale che paritaria.

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