Cronache

La scoperta choc: come spacciano la "droga dello stupro"

Cosa c'era davverno nelle bottiglie di vino pregiate

Due carabinieri (foto di repertorio)
Due carabinieri (foto di repertorio)

Il prodotto da vendere arrivava in bottiglie pregiate, spesso Chianti o Brunello. Solo che all'interno della boccia, a dispetto dell'etichetta, non c'era alcun vino: c'era invece la ketamina, la cosiddetta "droga dello stupro", pronta ad essere trasportata e venduta. È il modo con cui quattro gruppi criminali attivi soprattutto in Sardegna (con ramificazioni in Toscana, stando a quanto sta emergendo dall'attività degli investigatori) rifornivano di sostanze stupefacenti clienti di tutta Italia, visto che l'inchiesta sta allargandosi sia fino alla Basilicata che al Nord e potrebbero a breve esserci nuovi sviluppi.

L'operazione "Katerina", condotta dai carabinieri di Cagliari e coordinata dalla direzione antimafia del capoluogo sardo, ha sin qui portato all'esecuzione di sedici ordinanze cautelari (sette in carcere, nove agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone (mentre sono venticinque quelle denunciate). Sono tutte accusate di trafficare droga proveniente da Olanda, Inghilterra, Germania e Marocco. Secondo gli inquirenti, il modus operandi dei gruppi prevedeva l'importazione della droga dello sturpo dai mercati olandesi e tedeschi in forma liquida: per eludere i controlli alle frontiere, veniva nascosta come detto in bottiglie di vino identiche alle originali o dentro flaconi di shampoo e prodotti di cosmesi di noti marchi commerciali.

Uno stratagemma che sembrerebbe aver funzionato senza troppi intoppi fino al 2019, quando fu effettuato il primo sequestro. Ma lo spaccio non si limitava alla droga dello stupro: le bande proponevano a clienti di tutta Italia anche cocaina (che riuscivano a reperire sul territorio sardo) eroina, marijuana ed hashish, con queste ultime tre droghe che venivano cedute da cittadini nigeriani. Le operazioni hanno portato sin qui al sequestro di oltre trenta chili di sostanze stupefacenti.

Ma le indagini sono ancora in corso e non è escluso che i numeri possano crescere ulteriormente.

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