Scoppia la grana scuola. Ma il governo: "Nessun rinvio"

Pressing delle Regioni sul governo. De Luca chiede di tenerle chiuse, Zaia: intervenire. 5S e Lega contro la dad per non vaccinati. Presidi sul piede di guerra

Scoppia la grana scuola. Ma il governo: "Nessun rinvio"

Nuove norme su Dad e quarantena potrebbero essere in arrivo tra i banchi di scuola, in vista della ripresa dell'anno scolastico dopo le festività natalizie. Gli istituti sono pronti a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcuni territori la riapertura slitterà a causa dei contagi. Intanto però l’ipotesi di tenere a casa i bambini che non hanno ricevuto la vaccinazione alla riapertura delle scuole o addirittura di rinviare il suono della campanella di una ventina di giorni non prende piede.

Si riparte il 10 gennaio

E infatti autorevoli fonti di governo hanno assicurato all'Adnkronos che l'orientamento dell'esecutivo resta quello di mantenere la data del 10 gennaio per il ritorno degli studenti sui banchi, anche a fronte dell'impennata di contagi dovuti alla diffusione veloce della variante Omicron. In effetti lo stesso premier Mario Draghi, nel corso della conferenza di fine anno aveva assicurato che non ci sarebbero stati posticipi. Nonostente l'impennata di nuovi positivi la linea sembra quindi restare quella. In molti avevano commentato il possibile cambio di rotta in modo non proprio felice. Tra questi il governatore campano, Vincenzo De Luca, che aveva chiesto un posticipo di 20-30 giorni dei rientri in aula. Ma dal governo non dovrebbero arrivare sorprese: il calendario scolastico resterà invariato. In una nota il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva così commentato: "Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile".

"Rinviare il ritorno a scuola"

De Luca ha poi aggiunto: "Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l'obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola". Tale proposta era già stata avanzata dal presidente di Regione all’inizio dello scorso dicembre. De Luca ha quindi ribadito che prendere 20 o 30 giorni di respiro potrebbe consentire di raffreddare il picco di contagio. Oltre al fatto di avere tempo a disposizione nei prossimi giorni di spingere la campagna vaccinale per gli studenti. Secondo il governatore questa scelta aiuterebbe a riprendere in tempi brevi le lezioni in presenza con una maggiore serenità per gli studenti, le loro famiglie e il personale scolastico.

Contrari alla dad

Anche l’Associazione presidi del Lazio è contraria all’idea. Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale Presidi di Roma e del Lazio, ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta" su Radio Cusano Campus ha fatto sapere che tra oggi e domani dovrebbe esserci una riunione con i ministri di Salute e Istruzione e tutti i sindacati, soprattutto per l'ipotesi relativa al fatto che potrebbero entrare in classe solo i bambini e i ragazzi vaccinati. Ipotesi che non raccoglierebbe il consenso dell’Associazione. “Immaginate in una classe di scuola primaria, dove il tasso di vaccinazione è piuttosto basso per vari motivi, noi avremmo di 25 bambini 20 che stanno a casa con la dad e 5 che stanno in classe. Si perpetuerebbe questa fattura molto forte a livello formativo che secondo noi andrebbe evitata ad ogni costo. Inoltre si andrebbero a ripercuotere sulla scuola una serie di inadempienze che con la scuola non c'entrano. Ad esempio nella scuola tutte le misure di prevenzione sono mantenute da mesi e mesi, non c'è ragazzino o ragazzo che non abbia la mascherina e che non rispetti le regole su lavaggio delle mani e distanziamento", ha spiegato Rusconi.

Secondo il presidente il problema potrebbe eventualmente essere relativo alle classi pollaio, “ma su questo non è stato fatto nulla per risolvere il problema, anche gli enti locali che sono i proprietari degli edifici non è che si siano dati da fare per trovare un'alternativa. A Roma l'immobilismo è stato frantumato solo dalle parrocchie, le uniche che hanno dato disponibilità. Altro settore, il trasporto pubblico: ora è obbligatorio il green pass, ma non mi risulta che vi siano controlli. Un mio amico medico è stato costretto a tirare il freno a mano in metropolitana perché un individuo non ne voleva sapere di mettere la mascherina. Noi pensiamo che ricorrere all'obbligo vaccinale per studenti sia difficilmente praticabile non solo a livello formativo, ma anche a livello tecnico. Il casino sarebbe assicurato" ha detto senza mezzi termini Rusconi.

Sul piede di guerra anche M5s e Lega che preferirebbero rendere più efficace il protocollo piuttosto che relegare in casa a studiare milioni di alunni, prevedendo la Didattica a distanza solo per alcuni bambini e per altri no. Per Movimento e Lega le scuole devono restare aperte. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha commentato riguardo una riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie spiegando che si tratta di un tema delicato e che ancora si attendono notizie e indicazioni certe dalla riunione del Cdm prevista per il 5 gennaio.

La posizione di altri governatori

Luca Zaia, governatore del Veneto, ha asserito che in questo momento eviterebbe di aprire un altro fronte, certo comunque che sul tema della scuola si dovrà intervenire. Il presidente vuole comunque aspettare di elaborare alcune proposte e di renderle poi note. "Siamo coordinatori delle Regioni a livello nazionale e la nostra proposta potrebbe diventare anche nazionale" ha sottolineato Zaia ribadendo che "mandare in dad i bambini non vaccinati, in un regime di non obbligatorietà, sia discriminatorio. L'emergenza c'è, la necessità di fare qualcosa c'è, stiamo lavorando su questo".

In Umbria è previsto per domani un tavolo tecnico istituzionale per decidere se le scuole nella regione riapriranno come da programma il 7 gennaio o se la partenza verrà rinviata a causa dell'aumento

dei casi positivi. Al vertice saranno presenti l'assessore regionale Paola Agabiti, rappresentanti della regione, i presidi e l'Ufficio scolastico regionale. Parteciperanno all'incontro anche i rappresentanti dei sindacati.

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