Cronache

"Bimbi liberi di cambiare genere". È scoppia la bufera a scuola

Il governo di Edimburgo punta a rendere operativa la riforma in Scozia con l'inizio del nuovo anno scolastico, ma non si placano le polemiche

"Bimbi liberi di cambiare genere". È scoppia la bufera a scuola

È polemica in Scozia per le nuove linee-guida sull'"inclusione di genere" da applicare nelle scuole locali, asili compresi. Tale riforma dell'attività educativa è stata promossa giovedì dal governo di Edimburgo mediante l'adozione di un documento, di una settantina di pagine, che istruisce gli insegnanti su quali pratiche adottare durante le lezioni al fine di rendere l'ambiente scolastico "più sensibile verso gli alunni con anomalie di genere". Il documento governativo è stato messo a punto grazie sia al contributo di docenti univiersitari sia di esponenti dell'associazione Stonewall, impegnata in campagne a favore dei diritti delle minoranze sessuali.

Le linee guida pro-Lgbt, descritte dal Telegraph, invitano innanzitutto i docenti di Scozia a non fare pressione sui bambini e i ragazzi che manifestano il desiderio di cambiare sesso, stabilendo poi che i bambini di età inferiore ai 4 anni potranno cambiare identità e genere a scuola "senza il consenso di madre e padre"; se quindi un bambino manifesterà il desiderio di cambiare sesso o di mantenere una neutralità di genere, nessuno all'interno della scuola dovrà farne parola con la madre o con il padre del diretto interessato. Un'involontaria divulgazione ai genitori del bimbo di tali informazioni personali, afferma il documento, potrebbe causare "stress inutile" al giovane o potrebbe addirittura "metterlo a rischio".

La riforma governativa riconosce inoltre che è un diritto anche dei bambini più piccoli "fare coming out" e vedere rispettati le loro scelte di vita e orientamenti esistenziali, senza interferenze da parte della famiglia. Le scuole dovranno inoltre concedere la libertà agli alunni transgender di usare i bagni che ritengono più adeguati alla loro scelta di genere, mentre, all'interno delle classi, gli studenti non-binari non dovranno essere chiamati dal personale dell'istituto con pronomi di genere maschile o femminile ma "solo neutri", per fare in modo che i professori non "sminuiscano" con le parole gli alunni trans.

Sempre il documento in questione sollecita quindi i dirigenti scolastici ad affiggere, nei corridoi dei rispettivi istituti e nelle aule, dei poster che puntino a "sfidare gli stereotipi di genere". Le stesse linee-guida forniscono anche un elenco di letture pro-inclusione per le scuole primarie; uno dei libri inclusi racconta la storia di un pastello blu che soffre di una crisi di identità perché è stato erroneamente etichettato come rosso, mentre un altro testo presenta un narratore in età scolare che dice di avere "un cervello da ragazza in un corpo da ragazzo".

Contro la riforma che il governo di Edimburgo punta a rendere operativa in Scozia con l'inizio del nuovo anno scolastico si sono scagliate numerose associazioni, tra cui For Women Scotland. Tale ente, attraverso la sua esponente Marion Calder, ha appunto bollato come "preoccupante" il piano delle autorità locali in ambito educativo, per poi tuonare: "È un'ideologia pericolosa quella che il governo scozzese sta promuovendo; in quanto implica un fallimento nella tutela e una rimozione dei diritti dei genitori. Un tempo si permetteva ai bambini semplicemente di giocare e sperimentare con l'abbigliamento i diversi ruoli e generi, ma ora i piccoli vengono incoraggiati a intraprendere un percorso medico, potenzialmente per il resto della loro vita. Non dovremmo insegnare ai bambini, e specialmente ai bambini delle scuole elementari, che puoi cambiare sesso, perché non puoi cambiare sesso". Contro la pesa di posizione dell'esecutivo è sceso in campo anche Aidan O'Neill, uno dei princiapli avvocati di Scozia, che ha di recente etichettato come "totalmente illegale" l'estromissione dei genitori dall'attività scolastica dei loro figli.

Il governo di Edimburgo ha finora reagito alle critiche mediante le parole di Shirley-Anne Somerville, titolare del locale dicastero dell'Istruzione, che ha difeso le linee-guida incriminate affermando: "Sappiamo che i giovani transgender possono affrontare molti problemi nelle scuole e che insegnanti e personale devono avere la fiducia e le capacità per sostenere la salute mentale, fisica ed emotiva degli alunni.

Questa guida delinea come le scuole possono sostenere i giovani transgender, garantendo nel contempo che i diritti di tutti gli alunni siano pienamente rispettati; fornisce alle scuole suggerimenti estremamente pratici."

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