Coronavirus

Scuola chiusa, lezioni a distanza? La direttrice: "Agli alunni nulla è dovuto"

Tanti insegnanti che si danno da fare oltre il loro dovere. Ma ce ne sono anche tanti che preferiscono nascondersi dietro un muro burocratico: come nel caso di Albano

Scuola chiusa, lezioni a distanza? La direttrice: "Agli alunni nulla è dovuto"

L’Italia è al 24esimo posto tra i 28 Paesi europei nella classifica della digitalizzazione. Questione di infrastrutture, ma anche di buona volontà. L'emergenza coronavirus lo sta dimostrando in modo plastico: a fronte del caso di Mezzolombardo (Trento) dove l’opposizione di un solo professore su 90 ha bloccato la didattica a distanza per gli studenti costretti a stare a casa, ci sono tanti insegnanti che si danno da fare oltre il loro dovere. Ma ce ne sono anche tanti che preferiscono nascondersi dietro un muro burocratico, non senza accenti strafottenti. È il caso dell’Istituto comprensivo Albano, una scuola elementare e media a pochi chilometri da Roma, nella verdeggiante area dei Castelli, dove la direttrice Maria Lea Eliseo ha sentito l’esigenza, a fronte della richiesta di avviare lezioni on line durante lo stop forzoso, di diffondere al pubblico la nota con cui spiegava ai suoi insegnanti che "nulla è dovuto dai docenti agli alunni".

E così, mentre il presidente della Repubblica manda un messaggio alla nazione per serrare le fila a fronte della crisi inedita che investe il Paese, la professoressa Eliseo si lancia in singolari paragoni: "Si informano i signori docenti che la sospensione delle attività didattiche per emergenza sanitaria è assimilata alla situazione vissuta tutti gli anni in occasione delle vacanze di Natale e di Pasqua, nel corso delle quali non si è mai sentita e non si sente l’esigenza di attivare forme di didattica a distanza". In fondo, aggiunge, sono "appena sette giorni di interruzione".

Chissà cosa ne pensano i dirigenti della Pubblica istruzione che a fine febbraio hanno scritto una circolare per "ringraziare coloro che stanno andando oltre ogni obbligo e dovere", invitando a favorire la didattica a distanza e potenziando gli strumenti a disposizione sul sito del ministero. La lettera evidentemente non dev’essere arrivata alla professoressa Eliseo. La quale di obblighi e doveri evidentemente vede solo quelli dei genitori degli alunni i quali si sono sentiti abbandonati. "Nel corso dei giorni di sospensione -manda loro a dire la dirigente- i genitori sapranno rispettare l’art. 147 del Codice civile secondo i doveri assunti con la nascita dei figli".

Come dire, avete voluto fare i figli? Ora arrangiatevi. In fondo il coronavirus è solo un’altra vacanza di Natale, no?

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