Scuola, scontro governo-regioni: polemica sulla mascherina in classe

Tanti ancora i nodi da sciogliere nel summit di questo pomeriggio tra governo e regioni. L'uso della mascherina a scuola al centro del dibattito

Scuola, scontro governo-regioni: polemica sulla mascherina in classe

La partita più importante tra governo e regioni si sta giocando in queste ore, in attesa che siano definite le linee guida per garantire il rientro a scuola in sicurezza alle migliaia di studenti italiani. Il 14 settembre è di là da venire e non c'è più tempo, ormai, per bozze o soluzioni di dubbia praticabilità: urge fare chiarezza. Tanti i nodi da sciogliere nel summit di oggi tra governatori e ministri. In prima battuta, quello delle mascherine in aula poi, il distanziamento sui mezzi di trasporto e, infine, la misurazione della temperatura corporea all'ingresso degli istituti. Ma un'intesa tra le parti sembra ancora piuttosto lontana.

Caos trasporti

È il garbuglio attorno al quale di dipana tutta la matassa. I governatori, guidati dal presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini, minacciano un out out: o si arriva a un'intesa "chiarendo i limiti delle capienze" o si rischia il caos "se non ce la facciamo". La mancata concessione di una deroga da parte del Comitato tecnico scientifico sul distanziamento di un metro tra passeggeri fa infuriore le Regioni. Un limite che, contestano i governatori e i loro assessori alla Mobilità, porterebbe il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a viaggiare al 50-60% della capienza. Ciò significa che circa la metà degli alunni rischierebbe di non potere raggiungere gli istituti di destino. Per questo motivo, una soluzione potrebbe essere quella di reperire mezzi aggiuntivi sul mercato, anche a noleggio da privato: "Missione ad oggi impossibile in vista dell'apertura della scuola" dicono i governatori. Il presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) Antonio Decaro è pronto a chiedere 200 milioni per gli scuolabus comunali, riferisce La Repubblica.


Il Rapporto ISS

Al vertice si è discusso anche della gestione sanitaria rispetto alla riapertura della scuola, definita in un documento dall'Istituto superiore della sanità (Iss). Le ''nuove misure'' sono contenute nel Rapporto Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole, approvato lo scorso lunedì. Il tentativo è di allinerare le Regioni a seguire gli stessi protocolli uniformando le linee guide per un rientro all'attività scolastica in sicurezza. "Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciare nella massima sicurezza. - dice il ministro Francesco Boccia al vertice della scuola - Per questo motivo il coordinamento con Regioni e enti locali sarà un coordinamento convocato in maniera permanente fino all'avvio dell'anno scolastico per intervenire in tempo reale se dovesse presentarsi qualsiasi necessità". Il documento ha ricevuto già l'approvazione dell'Emilia Romagna mentre le altre Regioni temporeggiano nell'attesa di soluzioni più convincenti. Ma l'orientamento sarà condiviso domani nella Conferenza Stato-Regioni.

Uso delle mascherine a scuola

Terreno di scontro tra governo e regioni è l'uso ''consigliato'' delle mascherine durante le lezioni. Netta e contraria, al riguardo, la posizione del governatore della Liguria Giovanni Toti: "Mi sembra poco proponibile tenere i bambini seduti con una mascherina per molte ore. - dice - E questa mi sembra una posizione condivisa da molti governatori". Scettico anche il viceministro dell'Istruzione Paolo Sileri che, nel corso di un'intervista a L'aria che tira, ribadisce: "O c'è la distanza di un metro o c'è la mascherina, serve buon senso. Sarà molto difficile farla tenere a bambini da 6 e 10 anni, ma dobbiamo ridurre le chance che il virus circoli e la mascherina è sicuramente un ausilio importante quando i bambini sono vicini. Quando sono distanti a mio avviso se ne può fare a meno".

"Dal governo solo incertezze"

''Dal governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili. Non è più possibile andare oltre". Con questa osservazione, il lipresidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commenta il confronto avvenuto oggi in videoconferenza tra i ministri degli Affari regionali, della Salute, dell'Istruzione, e dei Trasporti e i rappresentati delle Regioni per quanto riguarda la riapertura delle scuole."Trovo giusto fare questa premessa perché siano chiare le responsabilità di un disordinato e inaccettabile avvio del nuovo anno scolastico", sottolinea il governatore lombardo. "Il ministro dell'Istruzione ha confermato che non è stata ancora completata l''immissione in ruolo' dei docenti, a cui dovranno seguire almeno altre due fasi: solo domani dovrebbe cominciare la così detta 'chiamata veloce' a cui dovrà poi seguire quella dell'assegnazione delle supplenze. È quindi poco chiaro come tutte queste complesse operazioni possano concludersi entro il 14 settembre", spiega. Sulla campagna sierologica per testare, su base volontaria, il personale della scuola ''la stessa dovrà essere estesa anche agli insegnanti precari a cui saranno assegnate le supplenze. Quindi, è evidente sin da oggi che tale procedura non si potrà concludere il 7 settembre con ciò che ne conseguirà in termini di presenza in classe degli stessi insegnanti", prosegue Fontana. Venendo poi alle tematiche riguardati il Trasporto Pubblico Locale, il presidente lombardo sottolinea come "il ministro dei Trasporti abbia confermato che ci sono problemi di capacità di trasporto. Il Comitato Tecnico Scientifico - aggiunge - dovrà ancora esprimersi sulle proposte delle Regioni di aumentare la possibilità di riempimento.

Ribadiamo, ancora una volta, che con le regole attuali moltissimi studenti non potranno salire sui mezzi pubblici per raggiungere la scuola. Tutto ciò, senza considerare che non ci sono i fondi aggiuntivi necessari per percorrere nuove iniziative".

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