Prima le scuse, poi il resto

Sono passati tre anni, senza che nulla sia stato fatto per riparare l'infamia contro Berlusconi.

Prima le scuse, poi il resto

La vita è una ruota che gira e che riserva sempre sorprese. Nel novembre 2013 il Pd organizzò la cacciata con infamia di Silvio Berlusconi dal Senato della Repubblica, all'indomani della discussa e anomala condanna definitiva per evasione fiscale. Ricordate? La regia fu di Giorgio Napolitano, allora presidente della Repubblica, l'assistente alla regia Piero Grasso, allora come ora fazioso presidente del Senato, i killer i senatori del Pd che alzarono la mano al momento del voto. Il commento fu affidato a Matteo Renzi, in quel periodo sindaco di Firenze e scalatore del Pd: «Berlusconi? Game over», furono le sue parole pronunciate davanti a Bruno Vespa nello studio di Porta a porta. Per riuscire nell'intento fu fatta carne di porco dei diritti, delle leggi, dei regolamenti e della prassi. Berlusconi fu infatti cacciato applicando in modo retroattivo una legge, la Severino, e con voto palese invece che segreto in modo da evitare sorprese.

Sono passati tre anni, senza che nulla sia stato fatto per riparare quell'infamia, e oggi Napolitano, Grasso, il Pd e Renzi, nel frattempo diventato premier, chiedono a Berlusconi di entrare con il suo partito al governo per salvare la Patria e soprattutto il loro fondoschiena compromesso e dolorante dopo la nottataccia del risultato referendario. Lasciamo per un attimo da parte il piano politico, già di per sé imbarazzante, e stiamo su quello della dignità umana, merce rara dalle parti del potere. Se ho capito bene il Pd e Renzi chiedono a un uomo al quale hanno tolto con l'inganno i diritti politici di diventare socio politico. Il fatto che mentano, che sia una sceneggiata tattica, è un dettaglio. Il solo proporlo dovrebbe comportare contemporanee scuse e conseguente riabilitazione. Accompagnando il tutto da una richiesta ai giudici del tribunale europeo, dove giace volutamente dimenticato il ricorso di Berlusconi, di fare presto e bene.

È la seconda volta, la prima fu il patto del Nazareno, che Renzi prova a usare Berlusconi con grande spregiudicatezza e per fini personali senza affrontare il cuore della questione, cioè il tarlo di un grande leader politico ingiustamente privato dei suoi diritti e delle sue libertà.

L'uomo è fatto così: sfrutta, inganna, scappa. In una parola è inaffidabile sul piano umano, del rispetto dei principi ancora prima che incapace su quello politico. Davvero crediamo che si possano fare patti con gente di questa risma?

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