Se il "Corriere" si accorge che servono i conservatori

Era ora. Finalmente si comincia a spiegare che "conservatore" non è chi mantiene lo status quo, ma chi si ispira alla filosofia e alla sensibilità del conservatorismo

Se il "Corriere" si accorge che servono i conservatori

Era ora. Finalmente si comincia a spiegare che «conservatore» non è chi mantiene lo status quo, ma chi si ispira alla filosofia e alla sensibilità del conservatorismo, una delle grandi culture politiche della modernità. Lo fa Ernesto Galli della Loggia in un ampio commento apparso ieri sul Corriere della sera. Sono due gli aspetti che lo storico tratta e che qui discuteremo. Uno, il ruolo di Fratelli d'Italia, l'altro il significato da assegnare oggi al concetto di «conservatorismo». Sul primo versante, Galli della Loggia ha perfettamente ragione ad identificare in Fratelli d'Italia il partito che potrebbe costruire una proposta di conservatorismo moderno. Solo che non dovrebbe scrivere al condizionale. Fratelli d'Italia è già da ora, infatti, il partito conservatore italiano, e non proprio di nicchia se gli ultimi sondaggi lo prevedono come primo al Sud.

Lo è dal punto di vista formale e da quello sostanziale. Dal punto di vista formale, perché è parte dei Conservatori europei, un gruppo creato dai Tories inglesi (che ora con la Brexit hanno dovuto uscirne), il partito conservatore di maggior successo al mondo - e anche in questi giorni, vedi sui vaccini. E non è un caso che Giorgia Meloni sia stata eletta a presidente di questo gruppo che, ricordiamolo, è in stretto legame con il Partito repubblicano americano. Quanto a quello che un ipotetico partito conservatore dovrebbe proporre, secondo Galli della Loggia, cioè coesione sociale, principio di solidarietà, difesa della Stato, a noi pare che non da oggi sia la missione principale di Fratelli d'Italia: ed è questa una delle tante ragioni che hanno spinto il partito all'opposizione al governo Draghi, una scelta valoriale e non semplicemente strumentale, come sostiene qualcuno. Naturalmente la strada è lunga e il compito è gravoso: ma non solo le fondamenta, anche i muri della casa sono stati già costruiti.

Sul piano invece di cosa sia oggi il conservatorismo, Galli della Loggia evoca la difesa dello Stato. Ma andrebbe aggiunto: dello Stato nazione, cioè appunto della patria (che sono sinonimi). Difendere la nazione contro le spinte globaliste e i tentativi di costruzione di super stati (tipo la attuale Ue) è fondamentale: perché la nazione è la più compiuta comunità politica e culturale (di destino) in cui un popolo di cittadini possa sentirsi rappresentata, oltre ad essere la fonte valoriale sul piano culturale. Questo vuol dire che il conservatore è anti europeista? Niente affatto.

E si potrebbe continuare. Quel che è importante, è però che la parola «conservatore» sia oggi diventata spendibile.

Anche perché sarà la cultura politica di riferimento per chi, nel futuro, vorrà opporsi al «progressismo».

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