Cronache

Se la sinistra adesso abbandona Papa Francesco

Papa Francesco e la sinistra italiana. La "luna di miele" tra il pontefice e gli intellettuali progressisti è agli sgoccioli? Qualcosa sembrerebbe cambiato. Come se Bergoglio non fosse abbastanza rivoluzionario

Se la sinistra adesso abbandona Papa Francesco

La rivista MicroMega dedica un numero alla "finta rivoluzione" di Papa Francesco. Il pontefice che più di tutti i suoi predecessori è stato esalatato dagli intellettuali progressisti del belpaese, diviene l'oggetto di un dibattito culturale che sembrerebbe tendere a una rivalutazione al ribasso.

L'operato del Santo Padre è stato spesso messo in discussione da quelli che vengono definiti "tradizionalisti". Dalle presunte "svolte dottrinali" alle "mancate riforme", in questi anni si è assistito allo sviluppo di una dialettica un po' paradossale: alcuni vaticanisti e commentatori, gli stessi che in passato erano etichettati come "papisti" e/o come "lealisti", hanno iniziato, attraverso blog, quotidiani e simili, ad "attaccare" Bergoglio.

Gli intellettuali di sinistra, quelli che vengono chiamati "radical chic", durante questo primo quinquennio di pontificato, hanno idolatrato la figura dell'argentino come se avessero trovato un papa corrispondente alla loro visione del mondo. Una sorta di inversione di ruoli, che ha contribuito a far sì che il vertice della Chiesa cattolica dovesse difendersi dalle "accuse" di comunismo. "Compagno Bergoglio" è un adagio che abbiamo letto tante volte.

Qualcosa, però, potrebbe essere cambiato. Come si legge su Repubblica, "mentre mezzo mondo lo osanna, MicroMega va in controtendenza e dedica al pontefice un numero monografico – in edicola, libreria, ebook e iPad da giovedì 31 maggio – dall’eloquente titolo: <<Potere vaticano. La finta rivoluzione di papa Bergoglio>>".

La sensazione è che quanto messo in campo dall'ex arcivescovo di Buenos Aires, vada sì nella direzione auspicata, ma non sia ancora sufficiente a soddisfare le attese di una tanto propagandata "rivoluzione".

Le riforme strutturali promesse sarebbero rimaste incompiute. Il potere del Vaticano sarebbe rimasto "intatto". I rapporti con la massoneria sarebbero ancora "opachi". Certo, si legge sul quotidiano citato, ci sono "alcuni segnali di cambiamento", ma la Chiesa "non arretra di un passo nell'indottrinamento religioso nella scuola pubblica" e "il suo patrimonio rimane, ad oggi, enorme e tecnicamente inestimabile".

La "Chiesa in uscita", quella più attenta alle periferie esistenziali ed ecclesiastiche del pianeta piuttosto che al "centro", sarebbe, in sintesi, ancora troppo ricca. Al centro della pastorale di Francesco ci sono la misericordia, i poveri e la lotta all'assolutismo di un modello sfrenato di globalizzazione, ma questo "pacchetto dottrinale" non si declinerebbe poi troppo sulla realtà. Ma non solo.

Sempre su Repubblica, in riferimento al numero di MicroMega, si legge che:"Il teologo polacco Krzysztof Charamsa denuncia come, riguardo alla questione Lgbtqi, Bergoglio abbia confermato la linea di dura condanna, ribadendo i dettami omofobici e scientificamente anacronistici di Ratzinger. Mentre l'ex presidente della Repubblica d’Irlanda, la cattolica Mary McAleese, e la teologa britannica Tina Beattie si soffermano sul problema della misoginia nella Chiesa, questione tuttora irrisolta".

La Chiesa non si è detta favorevole all'estensione del piano dei "nuovi diritti" e non ha permesso alle donne di accedere al sacerdozio. "Per fortuna" direbbero i tradizionalisti. Sembrebbe, in definitiva, che Bergoglio non sia abbastanza di sinistra per essere osannato in toto.

L'argentino rimane il vertice di un'istituzione non democratica, abbastanza slegata dalla "modernità" e portatrice di una tradizione dottrinale millenaria non scardinabile più di tanto. Con buona pace di chi vorrebbe vedere un cattolicesimo sempre più "liquido", per dirla alla Zygmunt Bauman.

Una attenzione particolare, però, sembrerebbero meritare due temi che la rivista affronta nel numero di giugno: la storia di Emauela Orlandi, sulla quale interviene il fratello "che accusa il Vaticano di mancata collaborazione nella ricerca della verità" e le "sviste, errori, scandali, per opere e omissioni" emersi durante questi cinque anni di pontificato.

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