Se il sovranismo ci lascia indifesi

Se il sovranismo ci lascia indifesi

Un paio di anni fa sono stato a Mosca per lavoro. Al mio rientro in Italia mi chiamò un addetto dell'ambasciata russa in Italia per accertarsi che tutto fosse andato per il meglio. Ringraziai per l'attenzione e non nascosi lo stupore per il fatto che l'ambasciata fosse a conoscenza del mio viaggio. Di rimando, l'addetto mi disse con un certo orgoglio: «Sappiamo anche che lei ha fatto una corsa sulla Piazza Rossa, le è piaciuto?». E non contento: «Le camicie che ha comperato ai grandi magazzini Gum sono state di suo gradimento?». Insomma, era chiaro che ero stato seguito in ogni mio spostamento, ne più ne meno di come sarebbe accaduto ai tempi dell'Unione Sovietica con un ospite occidentale.

Racconto questo piccolo e irrilevante aneddoto per dire che a Mosca non si muove foglia che Putin non sappia o non voglia. E che quindi è impossibile che la registrazione, e la successiva divulgazione, del colloquio tra il collaboratore fesso di Salvini e i funzionari del governo russo su un'ipotesi di finanziamento occulto alla Lega via Eni sia avvenuta per caso o all'insaputa del grande capo. Il problema quindi non è giudiziario (parliamo di chiacchiere e millanterie tra faccendieri di terza fila) ma politico, e in questo senso il caso è più grave di quanto sembri. Perché se un Paese, per di più di quella portata, si permette di interferire in modo così spregiudicato negli affari interni dell'Italia, allora vuol dire che abbiamo un grosso problema, molto più grosso delle quotidiane diatribe sulla flat tax e sull'autonomia del Nord.

Penso che stiamo sperimentando - ma è solo l'inizio - quanto sia pericoloso e stupido il sovranismo, per di più all'amatriciana come non può che essere quello italiano. Un Paese che non appartiene a nessuna alleanza, che non ha amici e avversari chiari, è destinato inevitabilmente a essere in balia degli interessi di tutti. Un gioco sporco e senza scrupoli, fatto di ricatti, misteri e intrighi che alla lunga non potranno che logorarci e tenerci costantemente in una sorta di limbo a tutto vantaggio dei vicini di casa. Con Putin ma anche con il suo rivale Trump; con Trump ma anche con la sua acerrima nemica Cina, alla quale abbiamo aperto la Via della seta; contro l'Europa ma anche con l'Europa quando si tratta di spartire le poltrone.

Una nazione che non ha una politica estera non può averne una interna: morte ai Benetton in autostrade ma anche viva i Benetton in Alitalia; mai Tav ma anche sì Tav, e via dicendo. Contraddirsi è l'unica coerenza di questo governo.

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