Se tre giorni festivi ribaltano l'ottimismo sul Pil

In questa giungla di centesimi e decimali ci si può anche perdere, ma di certo si capisce che la narrazione di un'Italia fuori dal tunnel della crisi è una pericolosa forzatura

Se tre giorni festivi ribaltano l'ottimismo sul Pil

I lettori si ricordano sicuramente che solo quattro giorni fa il governo ha celebrato la ritrovata ripresa economica. Il Pil nel 2015 è cresciuto dello 0,8%, ha certificato l'Istat martedì scorso. «Avevamo detto 0,7% - ha commentato un Renzi impettito - invece la crescita è stata meglio del previsto». Evviva. Ma ciò che sostiene da tempo questo giornale è che sul terreno degli zero virgola c'è poco da festeggiare: una ripresa che viene rivendicata come un successo sulla base di uno 0,1% in più o in meno è fragile e perennemente esposta a oscillazioni (le Borse, il prezzo del petrolio, il cambio dello Yuan in Cina) che non possiamo controllare. E ieri ne abbiamo avuta conferma. È capitato questo: sempre il nostro caro Istituto di statistica ci ha comunicato che, a voler essere pignoli, bisogna prendere quello 0,8% e depurarlo dai giorni festivi in meno rispetto al 2014. Che sono stati tre. Cioè l'anno scorso ci sono stati tre giorni lavorativi in più. Quindi, a parità di giorni, il modellino Istat ci ha detto che «tecnicamente» la crescita del Pil 2015 si riduce allo 0,6%. Colpo di scena: tre giorni in meno e sparisce il 25% dell'intera ripresa di Renzi. Abbiamo indagato meglio e - grazie alla collaborazione degli uffici della Contabilità nazionale Istat - abbiamo scoperto che in realtà i decimali sono arrotondamenti: il Pil è cresciuto dello 0,76% e depurato scende allo 0,64%. Quindi balla solo un 1,2%, pari ai tre giorni lavorativi in più, che valgono mediamente lo 0,035% del Pil ciascuno. Calcolini noiosi? Forse sì. Ma utili, ci pare, per arrivare al punto di caduta: in questa giungla di centesimi e decimali ci si può anche perdere, ma di certo si capisce che la narrazione di un'Italia fuori dal tunnel della crisi è una pericolosa forzatura; più argomentazione politica che elemento reale di fiducia e speranza. Le cose sarebbero diverse se il Pil fosse cresciuto, per esempio, del 3,2% come in Spagna; o del 2,2% della Gran Bretagna, del 2% dell'Olanda; o anche solo dell'1,5% della media euro: tre giorni festivi in più o in meno importerebbero né punto né poco. Invece bisogna stare attenti a non farseli andare di traverso.

Non è un caso che ieri, quando il solerte Istat ci ha informato che al momento la crescita acquisita per questo 2016 è dello 0,2%, il governo abbia deciso di commentare, parlando di dati «niente affatto deludenti, come potrebbe sembrare a prima vista. Anzi contengono diversi elementi positivi». Excusatio non petita...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica