Cronache

Sea Eye porta a Messina 476 migranti. Altre due navi Ong in attesa di sbarcare: 400 a bordo

Assegnato il porto a Sea Eye, davanti alle coste italiane stanziano ancora due navi delle ong. Ma nel sud Italia è emergenza sbarchi

Sea Eye porta a Messina 476 migranti. Altre due navi con 400 a bordo in attesa di sbarcare

Alla fine, Sea Eye 4 il porto l'ha ottenuto. Non quello di Pozzallo, davanti al quale ha trascorso lunghi giorni nella speranza di potervi attraccare, ma quello di Messina. È qui che stamattina sbarcano i 476 migranti, frutto di diverse operazioni nel Mediterraneo centrale. Per nove notti, la nave della ong ha stazionato davanti al confine delle acque territoriali italiane invocando il pos: un tempo che avrebbe potuto impiegare per raggiungere la Spagna, per esempio. Ma se la Sea Eye 4 ha ottenuto il porto per lo sbarco, lo stesso ancora non è avvenuto per l'altra nave tedesca, la Sea Watch 4, e per la nave spagnola, l'Aita Mari, che continuano a stazionare ai bordi dei nostri confini. Il tutto mentre a Lampedusa e nel sud Italia proseguono gli sbarchi autonomi.

Ancora 425 migranti in attesa del porto

Sea Watch 4 ha eletto come sua zona quella del golfo di Gela. Stanzia all'interno delle acque territoriali italiane, a meno di un miglio dalla costa, in questo tratto di mare siciliano in attesa che le venga assegnato uno dei porti che si trovano in quest'area dell'isola. A bordo si trovano 313 migranti, alcuni dei quali trasbordati da altre navi ong o da navi mercantili. Sempre nei pressi di Pozzallo, dove prima si trovava all'ancora la Sea Eye 4, ma in acque internazionali, si trova l'Aita Mari. Ospita 112 migranti ed è in rada ormai da svariati giorni. Batte bandiera spagnola e il tempo impiegato a invocare un porto all'Italia l'avrebbe potuto utilizzare per rientrare al porto di Palma di Maiorca, dal quale è partita lo scorso 6 giugno.

Sud Italia preso d'assalto

Mentre la Sea Watch violava i confini territoriali del nostro Paese e alla Sea Eye veniva assegnato il porto di Messina, a Crotone nel pomeriggio di ieri sono arrivati oltre 150 migranti con due diversi sbarchi. Su un imbarcazione che si è incagliata sulla battigia nel territorio di Isola di Capo Rizzuto c'erano 82 persone, tutte di nazionalità afghana, tra cui 15 minori. Altri 71 migranti viaggiavano a bordo di una barca a vela che è stata intercettata da una motovedetta della guardia di finanza e condotta nel porto di Crotone, che hanno dichiarato di provenire dalla Siria e dall'Iran. Dopo il triage sanitario sono stati trasferiti nell'hotspot di Isola di Capo Rizzuto, dove dovranno effettuare la quarantena.

Questa mattina, alle prime luci dell'alba, a Lampedusa sono arrivati altri 22 migranti, che si aggiungono ai 13 sbarcati ieri. Dopo il triage sanitario sono stati trasportati nell'hotspot di Cala Imbriacola, dove la situazione continua a essere tragica. Nella giornata di ieri, 80 migranti sono stati imbarcati sul traghetto di linea Cossyra che raggiungerà Porto Empedocle ma nell'hotspot continuano a esserci oltre 700 persone a fronte dei 530 che potrebbero essere ospitate.

"La drammatica situazione dell’Italia, assalita al confine sud del Mediterraneo da un immigrazione illegale senza precedenti - che va peraltro ad aggiungersi a quella clandestina già approdata e stabilizzata pressoché ovunque nel degrado e nell’insicurezza - necessità di risposte forti e urgenti. Basta approcci ideologici, la politica affronti il dramma partendo dalla realtà delle cose", ha tuonato il senatore Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari esteri emigrazione.

Aimi ha proseguito: "Esistono i confini? Vanno fatti rispettare! Occorrono respingimenti ed espulsioni, accordi internazionali bilaterali e fermezza nell’affrontare questo dramma. Smettiamola con politiche buoniste che arricchiscono solo i trafficanti internazionali di esseri umani ed il sistema dell’accoglienza che ora non è nemmeno più in grado di far fronte a questa nuova folle sfida".

Le conseguenze dell'accoglienza indiscriminata sono note: "Il bollettino di guerra dei reati gravi e gravissimi commessi nei centri storici e nelle periferie di tutta Italia ad opera di persone straniere che troviamo pubblicato sulle pagine della cronaca nera di ogni giornale, è una sirena d’allarme che suona inascoltata da troppo tempo, in Italia e in Europa".

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