Secondo l'ultima sentenza della Cassazione la frase "Che venite a fare qua...dovete andare via", se rivolta a cittadini extracomunitari, può assumere i caratteri dell'odio razziale.
Si legge nella sentenza, depositata oggi, emessa nei confronti di un 45enne imputato, il cui ricorso è stato respinto, che era stato condannato per concorso in lesioni ai danni di due stranieri. Nella condanna, i giudici hanno aggiunto la "finalità di discriminazione razziale"
I fatti. Durante l'aggressione ai due extracomunitari, avvenuta in un circolo a Gallarate, i due imputati (il ricorrente e un coimputato) avevano rivolto ai due immigrati la frase "che venite a fare qua...dovete andare via". Ed è proprio questa frase a determinare, secondo i giudici della Suprema Corte, la "finalità di discriminazione razziale".
"La circostanza aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso - si legge nella sentenza - è configurabile in linea generale, secondo i principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità, in espressioni che rivelino la volontà di discriminare la vittima in ragione della sua appartenenza etnica o religiosa". E questo non solo quando "l'espressione riconduca alla manifestazione in un pregiudizio nel senso di inferiorità di una determinata razza", ma anche se "la condotta, per le sue intrinseche caratteristiche e per il contesto in cui si colloca, risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all'esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio etnico e comunque a dar luogo, in futuro o nell'immediato, al concreto pericolo di comportamenti discriminatori".
Ecco perché, scrivono i giudici, le frasi pronunciate dai due imputati
"erano ritenute chiaramente espressive della volontà che le persone offese, e gli altri cittadini extracomunitari presenti ai fatti, lasciassero il territorio italiano a cagione della loro identità razziale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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