Conte prova a resistere ma la sua strada si fa sempre più stretta. Per non fare le valigie e lasciare Palazzo Chigi pare sia disposto ad accettare quasi tutto ciò che gli sta chiedendo Matteo Renzi, con il quale ha ingaggiato un duello che non si può chiudere con un accordo bonario e tombale, al massimo con una tregua per evitare danni immediati e irreversibili. La lacerazione tra Conte e Renzi è infatti così profonda e personale che può essere sì suturata, non rimarginata e guarita. Questo per dire che anche nell'ipotesi che nelle prossime ore la faccenda si chiuda in qualche modo non aspettiamoci un rilancio dell'azione di governo degna di questo nome.
Facciamo l'ipotesi che Conte ceda alla gran parte delle richieste di Renzi, dal Mes al piano per ottenere gli aiuti europei del Recovery, dal cedere la delega sui servizi segreti a qualche poltrona in più ai renziani. Ci troveremmo nella duplice e non simpatica condizione di avere da una parte un premier dimezzato e non più credibile e dall'altra la linea del governo nelle mani di un partitino del due per cento, Italia Viva, nato in laboratorio dalla scissione di un partito uscito sconfitto alle ultime elezioni (il Pd a guida renziana).
In qualsiasi democrazia occidentale è un fatto che non potrebbe mai accadere. Ma siamo in Italia e pare normale che un premier mai eletto, senza partito e spuntato dal nulla, Conte, e un politico del due per cento, Renzi, si accordino - nonostante la disistima reciproca - per governare la settima potenza del mondo.
Se questa fosse la soluzione della crisi, auguri agli italiani, anche perché la guerra tra Conte e Renzi andrà avanti fino a che ne rimarrà uno solo dei due. Ma detto ciò, bravi loro che riescono a tenere sotto scacco la politica italiana. Fanno più paura i timori dei Cinque Stelle e del Pd a prendere una iniziativa politica degna di questo nome. I due principali partiti della maggioranza danno l'impressione di essere paralizzati, storditi e in balìa degli eventi. Al confronto di Zingaretti e Di Maio, Renzi e Conte sembrano due giganti della politica intesa come gestione del potere.
E almeno uno dei due,
Renzi, sicuramente lo è. Peccato per lui che non abbia più armate parlamentari né consenso popolare. Peccato insomma che pensi solo a sopravvivere quando potrebbe mettere a disposizione la sua bravura per ben altre missioni.
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