Coronavirus

La sfuriata di Pierpaolo Sileri: "Lo vogliamo capire che siamo in guerra..."

Nervi tesi per Pierpaolo Sileri durante il collegamento con Non è l'arena, dove il viceministro ha alzato i toni in un momento di sfogo per la situazione del Paese

La sfuriata di Pierpaolo Sileri: "Lo vogliamo capire che siamo in guerra..."

La tensione della situazione italiana è palpabile nelle città e nelle piazze del Paese, dove da ormai molti giorni si alternano le proteste dei cittadini disperati, Ma si percepisce anche dalle reazioni del governo, talvolta scomposte e rabbiose, come accaduto ieri a Pierpaolo Sileri durante il collegamento video con Non è l'Arena. Il viceministro della Salute ha alzato i toni e si è mostrato esasperato in una vera e propria sfuriata, non particolarmente rassicurante per il Paese, come quella del ministro Speranza solo pochi giorni fa.

Il viceministro Sileri ha affrontato con grande impeto la questione del contagio da coronavirus e la necessità di suddividere il Paese in tre macro aree a confinamento regionale, individuate sulla base della gravità della situazione epidemiologica locale. "Quando il virus corre troppo i numeri sono sicuramente meno accurati. Ora il percepito è diverso dal numero", ha affermato Pierpaolo Sileri, che durante la trasmissione ha assistito alla messa in onda di un servizio dall'ospedale Cardarelli di Napoli. "Se voi mi chiedete cosa penso della Campania dopo che ho visto il Cardarelli, penso che stanno facendo uno sforzo sovrumano per rispondere a un territorio che ha alcune aree davvero affette. La mia percezione è che fra qualche giorno, se continuano così le cose, purtroppo anche quella regione avrà bisogno di restrizioni molto forti, molto molto forti, ma è il mio percepito stando in mezzo alla popolazione", ha continuato il viceministro mentre in collegamento era presente anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il viceministro ha spiegato che però il percepito dev'essere supportato dai numeri di tutta la regione e solo sull'analisi dei dati si deciderà se e come cambiare lo status della Campania.

Pierpaolo Sileri su questo punto si è animato e il suo tono si è alzato, forse per la frustrazione di una situazione ormai fuori controllo nel Paese: "Non riuscite a immaginare la mia sofferenza a pensare ai 38mila morti, ai miei colleghi morti. Colleghi mi chiamano ogni giorno per dire ‘fate zone rosse che non ce la facciamo più’. Lo vogliamo capire che siamo in guerra! Stiamo lottando per salvare l’Italia, punto! Ora non è un colore politico, me ne infischio di 5stelle, PD, della Lega: chi se ne frega!". Massimo Giletti ha messo il viceministro davanti all'evidenza dei fatti di un sistema che non funziona, carente in molte sue parti, incapace di far fronte ai bisogno degli italiani per la diagnostica e la cura in un momento di emergenza: "Ma perché non si è fatto quello che si doveva programmare? Me lo conferma?". Pierpaolo Sileri non si è tirato indietro e ha ammesso gli errori: "Sono pienamente d'accordo con lei, però questo è il momento in cui bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare. Poi chi ha sbagliate verrà cacciato a calci nel culo.

Punto".

Commenti