Coronavirus

Sileri non si nasconde: "Errori e ritardi, l'Italia ha sofferto l'impreparazione"

Il sottosegretario alla Salute mette a nudo le colpe sulla gestione dell'emergenza Coronavirus: "Ecco cosa non ha funzionato fin dai primi giorni"

Sileri non si nasconde: "Errori e ritardi, l'Italia ha sofferto l'impreparazione"

"Alcuni sbagli sono stati fatti all'inizio. L'Italia ha sofferto l'impreparazione". Pierpaolo Sileri non si nasconde e ammette le difficoltà riscontrate dal governo italiano nella strategia di lotta al Coronavirus. Il sottosegretario al Ministero della Salute è intervenuto in occasione di un appuntamento di approfondimento in collegamento con il Collegio Augustinianum dell'Università Cattolica di Milano per parlare dell'emergenza Covid-19 che da oltre un anno si è abbattuta sull'Italia. Presenti all'incontro anche Andrea Indini e Giuseppe De Lorenzo, note firme de ilgiornale.it e autori de Il libro nero del Coronavirus contenente i retroscena e i segreti della pandemia che ha sconvolto il nostro Paese.

Il senatore ha fatto luce soprattutto sulla prima fase dell'emergenza, quando si è riscontrata la positività dei due turisti cinesi: "Tutto ciò ci ha fatto scoprire alcune fragilità del nostro sistema. La prima in assoluto la carenza di un piano pandemico e la sua reale applicazione. Il piano pandemico è un documento preparatorio che trova applicazione quotidiana: non nasce dal momento in cui arriva la pandemia ma quando si tratta di formazione, preparazione, esercitazione e coinvolgimento. Solo dopo scatta".

Sileri ha denunciato gli errori commessi nei primi mesi, quando ed esempio si riteneva inutile o rilevante l'utilizzo della mascherina: "Si diceva che non serviva indossarla quando non vi era la circolazione del virus, ma che fosse utile solo per coloro che - potenzialmente infetti - avrebbero potuto trasmetterlo. C'era poi chi diceva che non serviva a nulla. Chiaramanente sbagliato". Nell'elenco delle colpe del governo anche la questione relativa ai tamponi, nonostante le occasioni di vanto e pavoneggiamento da parte dei giallorossi non siano mai tardate ad arrivare nelle trasmissioni televisive: "Si è sbagliato sul numero di test, c'è stata confusione sulle circolari". Nello specifico "sarebbero dovuti crescere con la riapertura delle attività" poiché inevitabilmente le occasioni di contagio sono aumentate rispetto alle precedenti misure di chiusura.

"Complimenti per il libro che ho avuto modo di leggere. Ho trovato moltissimo del vissuto personale soprattutto per quanto riguarda le prime fasi della pandemia, quando il virus è arrivato in Italia", ha commentato l'ex viceministro della Salute. Il libro inchiesta mette in risalto gli errori e i ritardi nella gestione dell'emergenza Coronavirus, ripercorrendo l’escalation del Covid-19 attraverso interviste e documenti del tutto esclusivi. Purtroppo, come spiegato da Indini, non è andato tutto bene: "Quando abbiamo studiato tutto il materiale raccolto ci siamo subito resi conto che avevamo davanti un libro nero, una serie di errori grossolani che tutto il Paese sta pagando e continuerà a pagare per i prossimi anni".

A un anno dal dramma di Bergamo

Risale esattamente a un anno fa il drammatico momento che ha visto le bare delle vittime da Coronavirus "sfilare" per le strade di Bergamo a bordo dei camion dell'Esercito: immagini che hanno colpito il cuore dell'Italia, scatti che hanno fotografato le tristi conseguenze provocate dalla pandemia. "Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti. Vorrei che mi sentiste vicino, nella tristezza e nella speranza. Lo Stato c'è e ci sarà", ha dichiarato il premier Mario Draghi dopo aver depositato una corona di fiori al Cimitero monumentale.

Nei giorni di picco i malati ricoverati erano circa 200: "Abbiamo vissuto giorni tremendi a contare i morti nei nostri quartieri – racconta un'insegnante della zona – a vedere ambulanze e a chiederci per chi dei nostri condomini fossero venute...".

Come scritto da Indini e De Lorenzo ne Il libro nero del Coronavirus, non sarà affatto facile dimenticare quegli attimi in cui erano poche le bombole di ossigeno a disposizione: "Ad un certo punto questo ha portato alcune persone a telefonare alle famiglie dei defunti per sapere se per caso gli era avanzata mezza bombola".

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