Cronache

Siracusa, genitori gridano "buh" a giocatore 11enne

Durante una partita di esordienti, i familiari dei giocatori avversari hanno intonato un coro di "buh" contro un 11enne originario del Congo

Siracusa, genitori gridano "buh" a giocatore 11enne

A Siracusa durante una partita di calcio del torneo per esordienti un coro di "buh" è stato intonato all'indirizzo di un ragazzino di 11 anni originario del Congo.

Gli autori del gesto non erano ultras o appartenenti a qualche frangia del tifo più estremista, ma i familiari dei giocatori avversari. L'allenatore e i dirigenti della Mediterranea, la squadra in cui gioca l'undicenne, hanno cercato in tutti i modi di placare gli animi e calmare gli spettatori. Li hanno invitati a smetterla di intonare cori vergognosi contro un bambino e, più in generale, a non tenere comportamenti antisportivi.

La partita è proseguita in un clima surreale. I genitori del giocatore bersagliato dai "buh" sono rimasti increduli e basiti, mentre loro figlio è rimasto in campo a giocare con i suoi compagni. L'undicenne, tra l'altro, è un attaccante finito sul taccuino degli osservatori dell'Atalanta per il suo grande talento. È definito dagli addetti ai lavori uno dei più promettenti della sua età e chissà che un domani non possa esordire nella massima serie con i colori dei bergamaschi o di qualche altro club pronto a investire sui giovani. Tornando all'accaduto, la Mediterranea ha censurato quanto avvenuto e si è detta amareggiata per l'episodio: “È davvero riprovevole e soprattutto intollerabile”.

Il motivo dei "buh"

Ma cos'è che ha scatenato l'ira di alcuni spettatori? Secondo quanto riportato da Meridionews, tutto è iniziato dopo che il baby attaccante ha sbagliato un gol a tu per tu con il portiere avversario. Da quel momento in poi, la finale del torneo per esordienti classe 2007-2008 è stata macchiata da cori vergognosi. Il ragazzo, proveniente dal Congo ma residente nel Siracusano e adottato da una coppia di insegnanti, si è accorto dei "buh" ma ha continuato a giocare.

Salvatore Gilberto, il presidente e allenatore della Mediterranea, scuola calcio di Floridia, non ha usato mezzi termini per descrivere quanto accaduto: “Quegli ignobili insulti sono venuti da alcune persone dietro di me. C'erano alcune mamme, non sono riuscito a capire chi è stata. Per un attimo dalla panchina abbiamo pensato di abbandonare il campo, ma alla fine siamo andati avanti. Poi all'intervallo sono andato a chiedere conto e ragione. Ho detto che si trattava di bambini ed era vergognoso quello che stava succedendo, ma nessuno si è scusato. Anzi, prima hanno negato, poi qualcuno mi si è avvicinato con fare minaccioso”.

Al termine della gara, le due squadre si sono chiarite e il presidente della società avversaria si è scusato: “Mi dispiace invece che il mio collega allenatore non sia intervenuto immediatamente per rimproverare i genitori.

Io lo avrei fatto perché fatichiamo tanto per insegnare ai ragazzi certi valori, poi sul campo ci imbattiamo in queste mele marce che devono essere allontanate dal mondo sportivo”.

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