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Il sogno della Brexit e lo zampino di Lutero

Il sogno della Brexit e lo zampino di Lutero

La decisione del Regno Unito di stare dentro o uscire dall'Europa sembra essere analizzata e valutata quasi esclusivamente in termini politici ed economico-finanziari. Ma ciò è sbagliato. Dobbiamo riconoscere che per costruire l'Europa realmente non basterà un governo comune con obiettivi condivisi. È necessario avere valori comuni che abbiano, per quanto possibile, una morale comune. Questo è alla base della coesistenza, ben più di altre certezze. E questa base sembra mancare. Forse qualche «padre dell'Europa» potrebbe oggi dire, parafrasando Jean Monnet: «Se tornassi indietro partirei dalla necessità di avere valori morali (una religione) comuni, più che dalla moneta...». Ciò significa che si doveva partire da un progetto di ecumenismo fra le religioni cristiane d'Europa? E, se Brexit sarà, questo progetto accelererà?

Forse questa base di valori morali comuni, che sembra mancare, percepita più negli effetti legati al comportamento tedesco, a volte un po' intollerante, piuttosto che non nelle cause (la rottura dell'unità religiosa), concorre a spiegare qualche ragione, non dichiarata, della diffidenza britannica a stare in Europa. Certo, abbiamo la percezione che la difficoltà a realizzare il progetto europeo stia in varie circostanze. Soprattutto stia nella crisi economica, irrisolta, vissuta in modi troppo diversi dalle «potenze europee». Ma stia anche nel timore americano per presunte lusinghe di Putin nel voler realizzare una alleanza con l'Europa. Invece tendiamo a sottovalutare o a ignorare le differenze cultural-religiose che emergono nel comportamento politico e nell'utilizzo di strumenti economico-finanziari tra le nazioni di religione protestante (anche al loro interno) e quelle cattoliche.

Vorremmo fare qualche considerazione (naturalmente solo provocatoria) sull'ipotesi che in Europa almeno un Paese protestante, più forte economicamente, potrebbe pensare di cogliere questa occasione per «convertire» quelli di tradizione cattolica, magari in alleanza con qualche correligionario d'oltreoceano, nell'intento di realizzare così finalmente la tanto auspicata grande e unica religione comune nel mondo occidentale, cominciando in Europa.

Non dovremmo meravigliarci troppo, è un sogno ma anche un vero progetto storico. È un progetto dichiarato riuscire a farla finita con le cinquecentenarie dispute religiose e avere una religione unificata, «finalmente aperta al mondo», che non insista più su «principi medioevali e oscurantisti», di fatto non vivibili e non vissuti nella famosa realtà, quella che vale più delle idee. Lo comprenderemo meglio nell'ottobre 2017, commemorando gli indubbi meriti di Lutero, ma non mi sembra che il mondo cattolico sia così indisponibile. Certo sembra più indisponibile quello anglicano, forse lo è persino di più quello luterano, che non mi pare possa accettare possibilità di una facile conciliazione con la Chiesa cattolica e romana, se non relativizza la sua fede assolutista e il ruolo del Papa. Nel mondo cattolico, a parte «una minoranza ostinatamente legata alle tradizioni insostenibili», un certo numero di esponenti magari potrebbero anche pensare ai vantaggi pratici di rivitalizzare un «cattolicesimo morto e sepolto» con una dose di luteranesimo. Si porrebbe così fine ai fondamentalismi dogmatici (e a rischi di conflitti) e si unificherebbe l'Europa sotto una sola fede... e una sola guida politica forte e stabile. Si attuerebbero riforme moderne, senza più «ostacoli oscurantisti», organiche e omogenee con il mondo più civile e avanzato. Per non ignorare i vantaggi economici di poterci identificare con il capitalismo luterano, tanto esaltato da Max Weber, e risolvere così tutti insieme finalmente la grande crisi economica europea.

Nel caso di una Brexit, non mi meraviglierei perciò che, pian piano, si valorizzasse una ipotesi di progetto di ecumenismo accelerato, come quella sopra provocatoriamente descritta.

E se qualcuno cercasse di ostacolarlo o rallentarlo (per mere ragioni religiose), non mi meraviglierei che venisse accusato di ostacolare la soluzione della crisi economica, l'unificazione dell'Europa e le necessarie riforme.

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