Cronache

"Sono italiano, non serve un foglio di carta". Khaby Lame zittisce i buonisti

Khaby Lame non vuol essere sfruttato per la battaglia sullo ius soli, non è un politico e non fa politica: piovono insulti da sinistra

"Sono italiano, non mi serve un foglio di carta". Khaby Lame zittisce i buonisti

La sinistra è sempre pronta a saltare sul primo carro del vincitore che passa, senza preoccuparsi di essere ospiti graditi. È successo poche settimane fa con Marcell Jacobs e la storia si è ripetuta con Khaby Lame, il giovanissimo chivassese diventato una star sui social con più follower di Chiara Ferragni. Sia l'uomo più veloce del mondo che l'italiano più seguito dei social hanno gentilmente invitato chi voleva usarli come bandiera per lo ius soli a farsi da parte, scatenando la loro ira funesta.

Khaby Lame, nato in Senegal ma residente in Piemonte fin da piccolo, nell'ultimo anno ha cambiato la sua vita. Da operaio in una fabbrica della sua zona, ben presto è diventato una star mondiale dei social grazie ai suoi brevi video ironici nei quali prende in giro i tricks mostrati sul web. Le sue clip sono molto semplici ma è proprio questo ad aver fatto impazzire gli utenti di tutto il mondo. Khaby Lame conta 103 milioni di follower su Tiktok e 35 milioni di seguaci su Instagram (Chiara Ferragni è ferma a 24,5 milioni) e oggi tutti lo cercano per chiedergli qualcosa. Vorrebbero farlo diventare un simbolo della lotta allo ius soli, visto che con Marcell Jacobs non ci sono riusciti per ovvi motivi, visto che sua madre è italiana e lui stesso ha chiesto di essere lasciato fuori dalla politica. Ma il giovanissimo influencer li ha respinti e ora da sinistra non mancano gli attacchi contro la sua persona.

Tutto è nato quando Khaby Lame è stato intervistato dal settimanale Sette, inserto del Corriere della sera. Nei giorni in cui la discussione sullo ius soli era più accesa, la domanda per il giovane influencer è arrivata quasi spontanea: "La questione della cittadinanza lo fa arrabbiare?". Qualcuno da lui si aspettava una presa di posizione netta, una levata di scudi e un'invettiva spinta sul perché serva lo ius soli all'Itali (e a se stesso). Invece Khaby Lame ha lasciato la sinistra a bocca asciutta: "No, perché io sono italiano, mi ci sono sempre sentito. Non lo dico solo io. Leggo: 'Khaby, l'italiano più seguito al mondo'. Allora mi dico: vedi, sono italiano, non mi serve un foglio di carta per saperlo".

Possibile che un giovanissimo della generazione Z non alzi la voce per lo ius soli? Possibile che un ragazzo senza cittadinanza italiana risponda in questo modo? Sì, e Khaby Lame non si è scomposto nemmeno quando il giornalista gli ha fatto notare che con la cittadinanza italiana avrebbe più agevolazioni. "Per esempio non posso andare facilmente negli Stati Uniti e ci vorrei andare tanto. Ma solo ora che sono diventato famoso pensano alla mia cittadinanza, prima non importava a nessuno", ha risposto secco il giovane, mettendo a tacere il buonismo della sinistra.

"Non sono un politico, non voglio fare politica. Però molti ragazzi mi scrivono sui social e so che questa questione della cittadinanza a loro pesa più che a me. Quindi, se la mia storia può aiutare gli altri, ne sarei felice. Io sono fortunato", ha concluso Khaby Lame. Da sinistra lo accusano di non aver capito la questione e lo esortano a scendere in campo, anche se a lui, della politica e delle lotte, non gli interessa.

Al giovane chivassese interessa continuare a fare quello che sta facendo, portando la leggerezza sui social dove da troppo tempo in tanti si riempiono la bocca di battaglie politiche senza nemmeno avere coscienza di quanto dicono, solo perchè "fa engagement" e "piace".

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