Cronache

"Sono malata terminale". Così la mantide truffava gli uomini

Chiuse le indagini a carico di Tiziana Morandi. La donna è accusata di aver narcotizzato con le benzodiazepine una decina di uomini per derburarli. Tra le prove anche un falso certificato medico

"Sono malata terminale". Così la mantide truffava gli uomini

Ci sarebbe un falso certificato medico tra le prove raccolte nel corso delle indagini a carico di Tiziana Morandi, meglio nota alle cronoche con l'appellattivo di "mantide della Brianza". La 47enne, originaria di Roncello ma residente a Vimercate (Monza e Brianza), è accusata di aver narcotizzato con le benzodiazepine almeno una decina di uomini allo scopo di derubarli. Non solo. Con alcuni clienti - in realtà, trattasi solo di malcapitati - si sarebbe finta "malata terminale" nel tentativo di abbindolarli.

Il falso certificato medico

Stando a quanto scrive la giornalista Stefania Totaro sulle pagine de Il Giorno, ieri mattina (mercoledì 19 ottobre) il pm della Procura di Monza, Carlo Cinque, ha firmato la conclusione delle indagini sulla "mantide". Tra il materiale repertato dai carabinieri vi sarebbe il falso certificato medico con la diagnosi di "malata terminale" quasi all'ultimo stadio. La donna, che fa la spola tra il carcere di San Vittore - fu arrestata lo scorso luglio - e l'ospedale, per reali problemi di salute, sembrerebbe intenzionata a chiarire la propria posizione decidendo di sottoporsi a interrogatorio. A suo dire, il referto le sarebbe servito per tenere lontano alcuni creditori che le stavano col fiato sul collo per via di un debito contratto dal padre, poi deceduto, e rimasto parzialmente insoluto. Ma gli inquirenti sono di tutt'altro avviso.

"Manipolatrice seriale"

Nelle carte dell'inchiesta, Tiziana Morandi viene definita una "manipolatrice seriale" sebbene mostri un atteggiamento compassato e compunto. Secondo gli investigatori, la 47enne avrebbe posto in essere diverse modalità per "abbindolare" e truffare gli uomini. Con alcuni, soprattutto anziani, si sarebbe servita del falso certificato medico per racimolare soldi e preziosi. C'è di più. Pare che si presentasse a casa dei malcapitati millantando una raccolta fondi per un "bambino malato". Poi scattava la truffa. Gli altri uomini, anche professionisti sulla cinquantina, venivano adescati su Facebook. Successivamente li invitava nel suo appartamento di Vimercate. Dopo averli accolti, offriva loro una bevanda contenente benzodiazepine così da renderli innocui mentre trafugava soldi e monili dalle loro tasche.

Un uomo avrebbe rischiato perfino di morire, uscendo fuori strada con l'auto, dopo aver incontrato "la mantide" e bevuto una coca "dal sapore strano".

Commenti