Coronavirus

Vaccini, l'allarme di Speranza: "Si rischiano nuove chiusure"

Il ministro della Salute non esclude misure restrittive in autunno se la campagna vaccinale non verrà rafforzata

Vaccini, l'allarme di Speranza: "Si rischiano nuove chiusure"

Il ministro Roberto Speranza, che oggi in Campidoglio presiederà il G20 dei ministri della Salute, non esclude nuove chiusure o misure restrittive qualora la campagna vaccinale non dovesse produrre gli effetti sperati. "Il virus esiste ancora, è forte e circola. O rafforziamo ancora la campagna vaccinale, o siamo costretti a immaginare che a un certo punto bisognerà usare le misure del passato", ha spiegato Speranza in un colloquio con il Corriere della Sera ricordando che "i vaccini salvano la vita delle persone. In pandemia la coperta rischia di essere corta, o la tiriamo con forza dalla parte dei vaccini o dovremo immaginare nuove chiusure".

Le mosse del governo

Ieri Speranza ha incontrato Xavier Becerra, il suo equivalente americano. Oggi, nella Sala degli Orazi e dei Curiazi, il ministro lavorerà per favorire un’intesa tra i Paesi che aiuti a sconfiggere la pandemia. Ma su una possibile data di uscita dalla pandemia, Speranza non se la sente di azzardare nulla, preferendo invece citare l’immunologo consulente della Casa Bianca: “Fauci ha detto nel 2023... Dipenderà dalla nostra capacità di vaccinare tutto il mondo”. Molto importante è anche la linea tenuta dal premier Mario Draghi sull’obbligo vaccinale che, a detta del ministro, non mette a rischio la tenuta del governo. Linea che verrà seguita anche senza l’approvazione dell'Ema, l’Agenzia europea del farmaco: “Il passaggio dell’Ema renderebbe tutto più facile, ma i vaccini sono già sicuri e quindi si può fare anche senza, come è stato per il personale sanitario. Un governo ha sempre un margine di scelta”.

L’obbligo vaccinale verrà valutato con il passare delle settimane. Speranza ha quindi ricordato che il nostro Paese è stato il primo a imporre l’obbligo di vaccinazione per i sanitari e che dopo è stato seguito dalla Francia e da altre Nazioni. Ha quindi tenuto a dire che l’obbligo non è una scelta già determinata e certa, ma che è comunque uno strumento che, se necessario, andrà attuato senza timore. Anche se il quadro epidemiologico al momento è stabile, con la riaperture delle scuole e di varie attività Speranza non esclude che possano aumentare i contagi, e il vaccino è lo strumento che abbiamo a disposizione per evitare nuove misure restrittive. Ma in base a cosa potrebbe venire assunto il provvedimento in questione? “Il governo terrà conto del quadro epidemiologico e delle ospedalizzazioni, con particolare attenzione alle terapie intensive e al numero dei decessi, la cosa più drammatica. Questi dati si incroceranno con la percentuale di vaccinati”.

Quando può scattare l'obbligo vaccinale

Non vi è al momento una percentuale sulla quale possa o meno scattare l’obbligo, ma saranno diversi i fattori che porteranno a una scelta, tra i quali la forza della variante. “Potremmo trovarci in difficoltà anche con più del 90% di vaccinati, o al contrario non avere bisogno dell’obbligo pur senza raggiungere quella quota” ha spiegato Speranza. Il ministro ha poi fatto un appello agli italiani affinché scelgano di vaccinarsi e abbiano bene in mente il rischio di altre eventuali chiusura. L’Italia. Come sottolineato dal ministro della Salute, non intende guardare le scelte degli altri Paesi, ma sarà guidata solo dalla necessità di controllare un virus che ancora si sta diffondendo in modo preoccupante. Speranza ha poi rivolto un pensiero, seppur in modo velato, al leader della Lega Matteo Salvini: “Orientare le proprie posizioni sulla base di un interesse elettorale e non dell’interesse del Paese è una scelta profondamente sbagliata e perdente, che non porta grande consenso”. Si è detto infine certo che tutti i pentastellati manterranno una linea molto matura e responsabile, attenta alle evidenze scientifiche.

Sulla terza dose di vaccino, che ha già il via libera del presidente del Consiglio, sembra già esserci un piano. Si partirà infatti con i soggetti “che hanno una risposta immunitaria molto bassa, con i trapiantati, con alcune tipologie di malati oncologici, poi le Rsa, gli ottantenni e il personale sanitario”. Entro la fine della settimana dovrebbe diventare valida l’estensione del Green pass. Anche se per il momento non si parla di estendere la certificazione verde anche ai passeggeri a bordo di bus e metropolitane. Sembra invece più realistica l’estensione del certificato alla pubblica amministrazione. “Brunetta sta facendo un lavoro importante per riportare in presenza una parte significativa di persone che sono in smart-working”. Mentre per quanto riguarda le aziende private Speranza e Orlando pensano vadano fatti passi avanti concordandoli con le forze sociali e non contro.

Il prezzo dei tamponi è stato calmierato e per ora va bene così, quello che conta adesso, come ha tenuto a dire il ministro, è l’utilizzo dei vaccini che sono gratuiti.

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