Cronache

"Lo stavano cercando così mio figlio?", esplode la rabbia del papà di Gioele

Pochi secondi di video sono bastati a far montare ancora di più la rabbia di un padre che ha da poco ritrovato il corpo di suo figlio Gioele a pochi metri da dove, giorni prima, è stata trovata la moglie Viviana

"Lo stavano cercando così mio figlio?", esplode la rabbia del papà di Gioele

Non accenna a placarsi la rabbia di Daniele Mondello dopo il ritrovamento di quello che, con sempre maggiore certezza, pare sia il corpo di suoi figlio Gioele. È un padre e un marito distrutto, che fino alla fine ha sperato di ritrovare vivo almeno il figlio, una speranza che si è infranta in una bollente mattina di agosto, 15 giorni dopo la scomparsa di Viviana Parisi il 3 agosto. Il ritrovamento delle scarpette blu, scelte dalla madre perché abbinate alla maglietta indossata dal bambino, è un'ulteriore conferma che i resti rinvenuti poco distanti dal corpo della donna nella campagna di Caronia siano di Gioele. E Daniele, in queste ore di disperazione, alza la voce e grida le sue ragioni attraverso i social, mettendo in dubbio il lavoro di ricerca svolto nella zona dalle squadre di soccorso.

In queste ore ha pubblicato un video sul suo profilo Facebbok. Pochissimi secondi che gli sono stati inviati e che l'hanno fatto infuriare. "Questo video me l’hanno mandato. Non so cosa pensare… Lo stavano cercando così a mio figlio?", si chiede Daniele Mondello. Nelle immagini è ripresa una fase dell'attività di ricerca, in cui il militare sembra quasi simulare la ricerca del bambino, mentre una telecamera lo segue inquadrandolo dal basso. Non è chiaro a cosa si riferisca questo video, ma è probabile che si tratti di una ripresa di cortesia per un telegiornale o per un programma di approfondimento giornalistico. Sono immagini che a un padre, in questo momento, fanno male, soprattutto se è nata in lui la convizione che le ricerche non siano state eseguite nel modo corretto per ritrovare il figlio di quattro anni.

"Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia", ha scritto Daniele Mondello a poche ore dal ritrovamento del bambino. Sua moglie Viviana, invece, era stata trovata lo scorso 8 agosto non distante da un traliccio. Il corpo di Gioele era a breve distanza. I lunghi giorni trascorsi prima di trovare i corpi sono purtroppo determinanti nella risoluzione del caso, soprattutto nella datazione esatta della morte. Gli entomologi sono all'opera ma sarà difficile stabilire l'ora della morte di Viviana e di Gioele con precisione. Gianluigi Nuzzi è categorico in questo, nel suo intervento su La Stampa: "Fossero stati trovati prima, i loro corpi avrebbero potuto raccontare di più, tutto sarebbe più facile per ricostruire gli accadimenti, dare risposte a chi piange e si colpevolizza. Ma gli errori, le scelte che hanno segnato questa storia hanno rallentato le ricerche, preso qualche bagliore, lasciando noi al buio di verità."

Il giornalista analizza gli sforzi messi in campo dallo Stato, che ha mandato i suoi uomini migliori sul campo ma senza risultati. "C'è voluto l'intuito di un solitario volontario armato del solo falcetto, un brigadiere in pensione, appassionato ricercatore di funghi, per risolvere l'enigma", fa notare il conduttore di Quarto Grado. Lo stesso dubbio mosso da Daniele Mondello nel suo post di Facebook. Sugli errori nelle ricerche concorda anche il generale Luciano Garofalo, per tanti anni alla guida dei RIS di Parma: "Le ricerche sono fatte a cavolo. Bisogna impiegare la cosiddetta ricerca a pettine, tenendosi braccio a braccio, proprio per evitare zone vuote, buchi, aree non esaminate". Sono tanti i dubbi che solleva Gianluigi Nuzzi, che intrecciano con gli errori di ricerca compiuti all'inizio, quando Viviana e Gioele venivano cercati lato montagna e non lato mare, nonostante la loro direzione di marcia parlasse chiaro.

C'è poi il nodo dei testimoni che non si sono presentati subito e la probabile leggerezza iniziale, perché "se da subito si fosse compreso il perimetro della tragedia che si stava consumando, forse dallo Stato sarebbero state dirottate sul posto ancora più forze, più uomini, più esperti, tesi a risolvere quello che stava diventando il giallo dell'estate".

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