Coronavirus

Stop ai piaceri per espirare la peste Covid

Il Covid non è una colpa. Il virus non è una punizione per i nostri peccati, una sorta di maledizione che colpisce i vizi.

Stop ai piaceri per espirare la peste Covid

Il Covid non è una colpa. Il virus non è una punizione per i nostri peccati, una sorta di maledizione che colpisce i vizi, l'allegria, le feste, i brindisi con gli amici, il consumismo, la volgarità, il capitalismo o la cattiva educazione. Non si accanisce contro i ricchi e gli ignoranti. Non è un castigo e per quanto ci si sforzi di dare alla pandemia un senso etico non ha nulla a che fare con la morale. Non ci sarebbe bisogno di ricordarlo, ma c'è in giro un sentimento sempre più diffuso: il male ce lo siamo meritati. È la conseguenza di una vita scellerata. Non è qualcosa che ti viene detto in modo razionale. È sottotraccia. È un non detto, che però si percepisce tra gli spazi delle parole, con certe smorfie di fastidio, di indici puntati, dalla rabbia di chi è sempre in cerca di capri espiatori, dai predicatori laici, dai ricordati che devi morire. Ti sorprende quando lo riconosci negli uomini di scienza. Molti virologi stanno incarnando il sogno di Platone. È la repubblica dei filosofi. Noi sappiamo cosa è bene e cosa è male. Non sono più i consulenti del governo e neppure gli opinionisti dei salotti tv. Sono qualcosa di più: guardiani della morale. Non tutti e non sempre, ma questa vocazione c'è. Tutto questo però non ha nulla a che fare con la scienza. È, in realtà, un tradimento. È lo scienziato che riveste i paramenti sacri del sacerdote e sotto le cui vesti si rifugia la politica per legittimare le sue scelte: ipse dixit. Tutto questo non significa contestare le misure per rallentare il contagio. Le «zone rosse» sono una strategia eccezionale dettata dal buon senso. Il virus non ha gambe. Siamo noi che lo facciamo circolare, lo portiamo da una parte all'altra sui tram, in metro, sui treni, sugli aerei. È chiaro che per combatterlo, in attesa di una cura e di un vaccino, bisogna stare il più possibile fermi. È una questione pratica. È inutile invece il sovraccarico della punizione divina. Come quei sindaci, in provincia di Padova o di Caserta, che vietano di fumare in strada. La nicotina fa male, ma cosa c'entra con il virus? È come se la pandemia fosse l'occasione per sradicare il vizio. Pentitevi. Come bisogna pentirsi dell'estate troppo allegra. Ma siamo sicuri che la seconda ondata nasca tutta da lì? Gianni Rezza, il direttore generale del ministero della Salute, ci va cauto: «Non possiamo dirlo». La missione della scienza non è cercare il peccato, ma l'errore. È sugli errori che dobbiamo interrogarci. Cosa si poteva fare di più quest'estate? Magari essere previdenti. Forse uno sforzo maggiore per migliorare le strutture sanitarie ci avrebbe aiutati. Non stiamo combattendo contro il male. L'eremita si salva per la sua solitudine, non incontra nessuno, non per la sua santità. Il mondo dopo tutto questo non sarà migliore, ma solo più povero. Non c'è nessuna lezione da imparare. Il Covid è un problema, non un'espiazione.

Il Sars Cov 2, nome scientifico di questo maledetto virus, non ha nulla di metafisico.

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