Scena del crimine

La vera storia di "The Serpent": chi era Charles Sobhraj

"La prima esperienza carceraria - secondo il magistrato Valerio De Gioia - lungi dal rieducarlo, lo ha formato per altre e più raffinate imprese”

La vera storia di "The Serpent": chi era Charles Sobhraj

Un serial killer astuto per le sue modalità operative e per la capacità di mostrarsi gentile e affabile alle sue vittime al punto da farle cadere in trappola con facilità. Lui è Charles Sobhraj, meglio conosciuto come “The Serpent” per la sua abilità di trasformazione, o anche “The Bikini Killer” per via degli indumenti indossati dalle vittime. Queste ultime erano prevalentemente turisti, che negli anni ’70 percorrevano gli itinerari hippie dell’Asia meridionale. Dodici gli omicidi che vengono attribuiti con certezza al serial killer. La sua storia è approdata su Netflix il 2 aprile scorso con una miniserie di otto puntate. Ma chi è davvero Charles Sobhraj?

La sua infanzia

Nato a Saigon nel 1944 da padre indiano e madre vietnamita, Charles Sobhraj, dopo il divorzio dei genitori, si è trasferito con la madre e il nuovo compagno di lei in Francia. Negli anni successivi, le attenzioni della coppia riservate prevalentemente ai figli nati dalla loro unione hanno contribuito a far maturare lo spirito criminale del ragazzo. Appena adolescente, Charles ha infatti iniziato a commettere alcuni reati, e nel 1963 è arrivata la sua prima condanna in carcere per il reato di furto con scasso. Seppur dietro le sbarre, in un ambiente angusto e con rigide norme da rispettare, il giovane con le sue abilità da manipolatore è riuscito a ottenere alcuni permessi, come ad esempio la possibilità di tenere dei libri con sé.

Da Parigi alle prime fughe

Una volta fuori dalla prigione, Sobhraj si è trasferito a Parigi riuscendo a inserirsi nell’alta società senza tralasciare le attività connesse alle truffe e ai furti. Nella capitale francese l’uomo ha incontrato l’amore in Chantal Compagnon. Nel momento in cui i due hanno deciso di programmare il matrimonio, il criminale è stato nuovamente arrestato. Sorpreso e rincorso dalla polizia a bordo di un veicolo rubato, ha dovuto scontare otto mesi di carcere. Una volta libero l’ex prigioniero ha sposato la sua donna e insieme, nel 1970, sono fuggiti in Asia per evitare un altro arresto. A Mumbai i due hanno avuto una bambina ma, nonostante ciò, lo stile di vita del “Serpente” non è cambiato, anzi è peggiorato. Con la moglie ha derubato diversi giovani che seguivano gli itinerari hippie. Non sono mancate le attività di contrabbando unitamente al vizio del gioco d’azzardo, a una rapina a mano fallita e a un altro arresto. Scontata la pena, Charles è fuggito in Iran e la moglie, stanca di questo stile di vita, ha deciso di ritornare a Parigi.

Il nuovo amore e l’inizio degli omicidi

I due anni successivi sono stati contrassegnati da fughe continue in diverse città. È stato in India che Charles ha incontrato il suo nuovo amore: Marie-Andrée Leclerc. La donna, nata in Quebec, era in cerca di avventure, trovate proprio con il serial killer che, nel frattempo, sotto il nome di Alain Gautier, era divenuto un commerciante di gemme. Dunque anche per lei era arrivato il momento di cambiare identità, divenendo Monique. I due hanno viaggiato su tutto il territorio asiatico grazie ai passaporti rubati alle loro vittime drogate e uccise tra la Thailandia, l’India e il Nepal. Tipica la modalità per guadagnare la fiducia delle vittime: Sobhraj le aiutava nel momento in cui riconosceva il loro stato di difficoltà durante il cammino hippie. Approfittava del fatto di saper parlare le lingue: le avvicinava, offriva loro ristoro guadagnandosi la fiducia. Poi le drogava e le avvelenava. Quindi rubava i loro passaporti, altri oggetti e le uccideva.

La modalità omicida era la stessa: dopo aver strangolato o accoltellato i malcapitati, dava fuoco al loro corpo. La prima vittima risale al 1975 ed è stata una donna di Seattle, Teresa Knowlton, ritrovata annegata nel Golfo della Thailandia. Il cadavere indossava un bikini a fiori. In un primo momento si è pensato a un incidente, successivamente si è risaliti a Charles Sobhraj. La seconda vittima è stata Vitali Hakim, giovane ebreo il cui corpo è stato ritrovato bruciato. Poi la coppia formata dagli studenti olandesi Henk Bintanja e Cornelia Hemker. I due giovani dopo essere stati invitati a casa di Sobhraj, sono stati avvelenati velocemente per via di un imprevisto. L’arrivo improvviso della fidanzata di Vitali Hakim, Charmayne Carrou, che voleva indagare sulla scomparsa del suo ragazzo, ha fatto sì che il criminale, con l’aiuto dei complici dei quali nel frattempo si era circondato, accelerasse il piano omicida dei due ospiti olandesi. I loro corpi sono stati ritrovati strangolati e bruciati poco più tardi. Poco tempo dopo è stata ritrovata cadavere anche Carrou con addosso un bikini. Gli inquirenti non sapevano con chi avessero a che fare ma, dopo essersi ritrovati nuovamente di fronte a un cadavere in bikini, hanno capito che ci fosse dietro la regia di un serial killer a cui hanno dato il nome “The Bikini Killer”.

Charles Sobhraj viene scoperto

Il 6 febbraio del 1975 Herman Knippenberg, membro dell’ambasciata olandese a Bangkok, si è ritrovato nell’ufficio una lettera che ha acceso un campanello d’allarme. Al suo interno un cittadino olandese scriveva di non ricevere più notizie di sua cognata e del fidanzato di lei, partiti per l’Asia. Impossibile per l’ambasciatore non pensare al caso di due cadaveri carbonizzati, rimasti non identificati e ritrovati nei pressi di Ayutthaya. Il colpevole del crimine non era stato ancora identificato. È stato così che con l’intervento di un dentista è stato possibile effettuare una comparazione tra le persone scomparse e i corpi privi di vita. Il risultato ha confermato che si trattava delle stesse persone ovvero gli studenti Henk Bintanja e Cornelia Hemker. Ecco poi un ricordo lampante: l’ambasciatore ha pensato che pochi giorni prima un suo amico gli aveva raccontato di un uomo, Alain Gautier, commerciante di gioielli, che stranamente era in possesso di numerosi passaporti appartenenti a persone di cui si erano perse le tracce.

Era arrivato il momento di andare a casa dell’uomo. Detto fatto: Herman Knippenberg nei pressi di quell’abitazione ha incontrato una vicina del commerciante, la quale ha riferito di aver visto i fidanzati olandesi entrare proprio in quell’appartamento. Il serial killer era ormai sempre più vicino dall’essere scoperto: interrogato dalla polizia è riuscito però a farsi credere innocente. Giusto il tempo di fuggire in Malesia e mettersi in salvo: gli inquirenti, dopo una perquisizione domiciliare nella casa rimasta abbandonata, hanno trovato droga, lassativi e alcuni oggetti appartenenti agli olandesi. Sono quindi scattate le ricerche del fuggitivo e della sua compagna. Un’attività particolarmente difficile per gli investigatori perché Sobhraj riusciva a camuffarsi e nascondere la propria identità. Motivo per il quale ha preso il soprannome “The Serpent”.

L’arresto

Nonostante fosse ricercato, Charles Sobhraj non ha mai smesso di collezionare vittime con la stessa modalità. È stato a Nuova Delhi che, il 5 luglio del 1976, il suo tentativo di far cadere nella trappola un gruppo di studenti francesi gli è costato l’arresto. I giovani sono stati avvicinati dal serial killer che si è proposto come guida turistica. Ha offerto loro delle pillole dicendo che fossero farmaci contro la dissenteria, ma i ragazzi hanno iniziato a stare male. Tre di loro sono riusciti a mantenere le forze, lo hanno bloccato e chiamato la polizia. Il killer è stato così arrestato.

Le condanne

Nel 1977 Charles Sobhraj è stato condannato a 12 anni di carcere. Su di lui pendeva anche un mandato di arresto dalla Thailandia con condanna a morte. Anche in questo caso il killer non si è scoraggiato: è riuscito a drogare le guardie, scappando dalla prigione. È stato poi arrestato in India e condannato a ulteriori 10 anni. Uscendo di galera nel 1997, ha deciso di andare in Francia dove non pendeva nessun mandato di cattura. Qui ha intrapreso la bella vita divenendo anche un personaggio celebre. Ha rilasciato diverse interviste a peso d’oro divenendo benestante. Nel 2003, durante un viaggio in Nepal, territorio pericoloso per la sua cattura, è caduto nella tentazione di rilasciare un'intervista locale e la polizia lo ha riconosciuto. È stato quindi arrestato e condannato all’ergastolo. Tuttora, all’età di 77 anni, è in cella.

Il profilo del criminale

Anche dietro le sbarre Charles Sobhraj è un criminale che continua a suscitare interesse, soprattutto alla luce della miniserie che racconta la sua storia. Ma qual è il profilo che si può tracciare di questo serial killer? Secondo il giudice penale Valerio De Gioia, “L’inizio della carriera criminale di Charles Sobhraj è comune a molti che vivono ai margini della società: piccoli reati contro il patrimonio che, ben presto, gli faranno conoscere gli istituti di correzione minorili. L’esperienza carceraria però, lungi dal rieducarlo, lo forma per altre e più raffinate imprese”. Una volta libero, infatti, anche grazie alle false identità di volta in volta assunte, il Serpente mette a segno numerosissime truffe ai danni di persone altolocate, alla ricerca probabilmente di un riscatto sociale che non arriverà mai.

“L’inizio della relazione con Marie-Andrée Leclerc - afferma a IlGiornale.it il magistrato - segna il vero salto di qualità: i turisti, una volta narcotizzati, vengono derubati e uccisi dalla coppia che, assumendone l’identità, continua indisturbata l’attività di serial killer dando vita a una delle più pericolose ‘coppie criminali’ che la storia moderna ricordi.

Più precisamente - conclude De Gioia - si è in presenza di una 'coppia familiare' che, proprio nella vita in comune e nella condivisione del quotidiano, trova la condizione favorevole per la suggestione criminosa a scopo di lucro: una folie à deux che la psichiatria forense definisce Disturbo Psicotico Condiviso o Sindrome Delirante Indotta".

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