Straniero picchia e deruba un ragazzo, il giudice gli riduce la pena

Dopo esser stato condannato in primo grado a cinque anni per aver aggredito e derubato un ragazzo a Terni, un ventiquattrenne nordafricano si è visto ridurre la pena in appello ad un anno e sei mesi: avendo raccolto il cellulare della vittima da terra, per il giudice si è trattato di furto e non di rapina

Straniero picchia e deruba un ragazzo, il giudice gli riduce la pena

Era stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione, ma in appello si è visto ridurre la pena ad un anno e sei mesi passando dall’accusa di rapina a quella di furto. Il motivo? Il cellulare che aveva preso non fu strappato dalle mani della vittima, ma raccolto da terra. Protagonista della vicenda è un giovane di ventiquattro anni originario dell'Africa del Nord, accusato di aver aggredito un ragazzo che stava passeggiando con la propria fidanzata. In base a quanto riportato dalla testata PerugiaToday, i fatti risalgono ad oltre quattro anni fa e si sono svolti a Terni, in Umbria.

Era la sera del 9 settembre 2018 quando lo straniero (insieme ad un complice) si sarebbe avvicinato alla coppia, offrendo loro della droga. Offerta che loro rifiutarono, ma che fece nascere un vero e proprio litigo, con il ragazzo che fu spintonato e picchiato dall'extracomunitario per poi essere alleggerito del telefono. Il ventiquattrenne si sarebbe poi allontanato, ma l'aggredito allertò subito le forze dell'ordine, che non tardarono ad identificarlo grazie all'identikit da lui fornito. La questione è poi approdata in tribunale, con l'imputato condannato inizialmente a cinque anni di reclusione e al pagamento di una multa da 2mila euro.

I motivi del diverbio tra i due

Questo perchè secondo il giudice si era reso autore di un vero e proprio pestaggio, al punto da "farlo cadere per terra, salendo sopra il corpo del medesimo - si legge nella sentenza - e colpendolo con pugni con violenza tale da cagionargli lesioni giudicate guaribili in un periodo non inferiore a tre giorni". Una decisione che non ha evidentemente soddisfatto il magrebino, che ha fatto ricorso tramite il proprio legale. E proprio nelle scorse ore, la Corte d'Appello di Perugia ha parzialmente accolto le sue obiezioni, riformulando il verdetto di primo grado e riducendo sensibilmente la pena. Questo perché, attraverso alcune testimonianze, è emerso come il diverbio fra gli imputati e la vittima sia stato originato da motivi che nulla hanno a che fare con la volontà di rapinare la persona offesa.

Sarebbe poi stato decisivo l'apporto di un testimone oculare, che ha dichiarato di aver visto l'aggressore raccogliere il telefonino dell'aggredito quando l'oggetto si trovava già sul marciapiede, scivolatogli probabilmente di tasca dopo la

colluttazione. Sarebbe stato diverso, secondo la legge, se invece glielo avesse strappato di mano: in quel caso si sarebbe trattato di rapina e non di furto. E così, l'africano ha beneficiato di uno "sconto".

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