Cronache

Studenti chiedono a Fedeli: "Perché andare al liceo?"

Valeria Fedeli intervistata da alcuni ragazzi. Le imprese preferiscono gli studenti usciti dagli istituti professionali. Il ministro: "Licei italiani invidiati in Europa"

Studenti chiedono a Fedeli: "Perché andare al liceo?"

Oggi sulle pagine di Repubblica un gruppo di studenti ha intervistato Valeria Fedeli, il ministro dell'Istruzione e della ricerca finito sulla graticola perché senza laurea e senza maturità. A lei i ragazzi hanno chiesto "a cosa serve il liceo?". La domanda è lecita, per carità, perché oggi le aziende sembrano preferire le giovani leve che escono dalle scuole tecniche, preparati a fare qualcosa anche se non conoscono il latino e il greco.

Ed è proprio su questo che si fondano le domande degli studenti al "loro" ministro. L'alternanza scuola-lavoro ha sollevato polemiche, dibattiti e sperimentazioni. "Il passaggio dalla fase sperimentale a quella strutturale è positivo - spiega la Fedeli - sia per numero di ore, virtuoso rispetto al resto d’Europa, sia per risorse investite. Anche l’aumento del numero di ragazzi e scuole partecipanti è incoraggiante, ma è un fenomeno che si dovrà consolidare e nel tempo". Problemi ci sono stati: lamentele da parte di alcune frange della sinistra, studenti rimasti in classe perché i lavoratori assunti li considerano di intralcio e poi c'è quella polemica sull'accordo fatto tra il Miur e McDonald's. Per la Fedeli lavorando con gli hamburger i ragazzi possono capire "i meccanismi complessi di distribuzione globale". Sarà. Comunque la domanda fondamentale è quella sui licei: "Secondo lei - chiedono gli studenti - perché è importante iscriversi a un liceo in un momento in cui le aziende preferiscono ragazzi provenienti da tecnici e da professionali?". "Le aziende - risponde Fedeli - che preferiscono questo genere di conoscenze cercano professioni medie e istantanee, la formazione di un liceo può offrire possibilità lavorative più ampie.

Nel mondo anglosassone si sta discutendo molto di questo e ci invidiano i licei".

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