La vicenda del pakistano arrestato e poi liberato con l'accusa di stupro ai danni di un disabile minorenne a Reggio Emilia continua da avere contorni paradossali. Di fatto l'uomo dopo le polemiche suscitate negli ultimi giorni avrebbe chiesto di poter andare agli arresti domiciliari. Ma a quanto pare nessuno lo vuole ospitare. E così restaa libero. Insomma per lui il carcere resta una chimera. Il giudice ha disposto per il reo-confesso l’obbligo di firma (due volte al giorno) ed il divieto di avvicinamento alla vittima, oltre naturalmente al divieto di espatrio. Ancor prima dell’udienza di convalida, l’amico presso cui abitava non ha più confermato l’alloggio ed ora il 21enne vive da amici o conoscenti ospite per qualche giorno in modo saltuario. Il pachistano, come spiegato dal suo avvocato Domenico Noris Bucchi, sarebbe disposto a chiudersi in casa ma finora nessuno si è impegnato a tenerlo in modo permanente ed a lungo termine. E così le polemiche non si placano. "Questo è un segnale - ha spiegato Roberto Mirabile, presidente dell’Associazione ’La Caramella Buonà che ha organizzato una manifestazione di protesta - grave di una giustizia con la g minuscola non più tollerabile per tutti noi".
Circa la volontà da parte del 21enne di tornare ai domiciliari, il presidente dell’Associazione ha commentato in modo provocatorio: "Primo avrebbe dovuto chiedere di andare in carcere. Secondo, è comprensibile che nessuno lo voglia ospitare, lo ospiti a casa sua - ha concluso Mirabile - un giudice garantista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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