Scena del crimine

"Quei killer col kit dello stupro: aggressori non son tutti uguali"

"Esistono quattro categorie di stupratori seriali. I sadistic rapist posseggono un vero e proprio kit per lo stupro, filmano le loro violenze", spiega a ilGiornale.it la criminologa Ursula Franco

"Quei killer col kit dello stupro: aggressori non son tutti uguali"

Carnefici spietati, predatori sadici e implacabili. Sono i cosiddetti "stupratori seriali", killer famelici come belve a digiuno, divoratori insaziabili di corpi femminili. Tramutano le loro vittime in bambole di pezza, entità inanimate sulle quali riversare deliri omicidi e frustrazioni profonde. Da Angelo Izzo, autore con Gianni Guido e Andrea Ghira del tristemente noto "massacro del Circeo", a Cosimo Ghinna, il 52enne arrestato a Strasburgo lo scorso 23 ottobre con il sospetto di aver stuprato 160 minori in 14 anni. Senza dimenticare, poi, criminali pericolosamente prolifici come John Wayne Gacy, il "killer clown" statunitense che seppellì 33 ragazzini sotto la superficie della sua abitazione, o Ted Bundy che uccise 30 giovani donne in meno di 4 anni. Mattatori della morte, stragisti silenziosi, mietono una vittima dietro l'altra come in uno stillicidio lento e inesorabile. Un vortice sempre più stretto al fondo in cui vengono risucchiate donne di tutte le età, talvolta narcotizzate mediante la somministrazione di stupefacenti.

Ma chi sono gli stupratori seriali? Qual è il loro modus operandi? "In genere conducono la vittima in un luogo prescelto dove possono averne il controllo totale, la immobilizzano, la imbavagliano o la drogano, e poi la torturano per ore, o giorni, o settimane con sex toy o altri strumenti. Posseggono un vero e proprio 'kit per lo stupro'. Filmano le violenze. Mettono in pose oscene la vittima e la fotografano per costruirsi dei souvenir da usare per rivivere l’esperienza", spiega a ilGiornale.it la dottoressa Ursula Franco, criminologa esperta e consulente per notori casi di cronaca, dall'omicidio di Lidia Macchi a quello di Elena Ceste.

Dottoressa, facciamo un po' di chiarezza. Che differenza c'è tra abuso, stupro e violenza sessuale?

"È considerata violenza sessuale ogni attività sessuale non consensuale. Un atto sessuale completo non consensuale è detto stupro. Per abuso sessuale si intende invece ogni genere di contatto sessuale non consensuale".

Quante e quali sono le categorie di stupratori seriali?

"Gli americani hanno classificato gli stupratori seriali in 4 categorie: power reassurance, power assertive, anger retaliatory e anger excitation".

In che percentuale sono presenti?

"L’81% degli stupratori seriali sono 'power reassurance serial rapist'. Sono dei solitari con bassa autostima. Possono essere impotenti. Il loro fine è prettamente sessuale, usano mezzi verbali e/o fisici per indurre la vittima a cooperare, ma non sono particolarmente violenti, per questo motivo sono detti 'gentlemen rapist'. Generalmente vivono da soli o con uno dei genitori, spesso con una madre aggressiva che li tiene sotto controllo. Fanno lavori umili. Sono dei voyeur. Seguono le loro vittime o le spiano dalle finestre".

Qual è il modus operandi degli stupratori seriali che rientrano nella prima categoria?

"In genere si introducono nelle loro case e le attaccano di sorpresa. Fantasticano di un rapporto consensuale con le vittime e sono convinti che le stesse traggano piacere dallo stupro. A volte, dopo lo stupro, chiamano la vittima per informarsi sulle sue condizioni. Possono tornare e stuprare ripetutamente la solita vittima. Spesso raccolgono souvenir e scrivono i loro pensieri su un diario. In genere colpiscono dalle 2 alle 4 volte al mese in un orario che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Le vittime sono generalmente loro coetanee, spesso delle studentesse".

Chi sono, invece, i power serial assertive rapist?

"I 'power assertive serial rapist' rappresentano invece il 12% degli stupratori seriali. Sono soggetti arroganti che stuprano, nell’errato convincimento di averne il diritto, per riaffermare la propria mascolinità. Approcciano le vittime attraverso dei sotterfugi e diventano aggressivi verbalmente e fisicamente solo in un secondo tempo, quando si sentono al sicuro. Il loro intento non è uccidere. Hanno minime fantasie correlate allo stupro e non raccolgono souvenir, né tengono un diario. In genere colpiscono ogni 20/25 giorni tra le 19 e le prime ore del mattino. Spesso raccolgono le vittime in luoghi d’incontro pubblici distanti da casa loro e dal luogo in cui lavorano".

Poi c'è una pericolosa percentuale, quella degli anger retaliatory serial rapist. Qual è l'identikit?

"Il 5% degli stupratori seriali sono 'anger retaliatory serial rapist'. Sono motivati da un desiderio di rappresaglia nei confronti delle donne che ritengono la fonte di tutte le loro sofferenze. Gli 'anger retaliatory serial rapist' stuprano per degradare le loro vittime. Sono comuni a questo genere di stupratori un passato di abusi psicofisici in famiglia, un temperamento impulsivo e la bugia patologica. Se sposati hanno sovente relazioni extraconiugali perché stabiliscono solo relazioni superficiali. Gli 'anger retaliatory serial rapist' non premeditano e agiscono con un'aggressività verbale e fisica di gran lunga superiore a quella sufficiente ad avere il controllo sulla vittima per stuprarla".

Con che frequenza agiscono e in che modalità?

"La frequenza degli attacchi è generalmente semestrale o annuale. Le vittime, coetanee o un po’ più anziane di loro, sono vittime sostitutive, vittime/surrogato, spesso infatti questi soggetti agiscono in seguito a un conflitto con una donna che fa parte della loro vita. L’approccio alla vittima è del tipo 'blitz', gli 'anger retaliatory serial rapist' in primis aggrediscono per ferire, per far male, e poi stuprano. Di norma le vittime riportano gravi lesioni al volto e ai genitali".

Infine, ci sono i 'sadistic serial rapist', i più temibili. Chi sono?

"Nell’ultima categoria, quella degli “anger excitation serial rapist”, che sono anche detti “sadistic serial rapist”, rientrano il 2% degli stupratori seriali. Sono soggetti senza precedenti penali, intelligenti ed istruiti, con un età che varia dai 30 ai 40 anni. Sono stati vittime di abusi fisici. Si sono rivelati aggressivi e sessualmente promiscui sin dalla giovane età. Sono incapaci di provare rimorso ed empatia. Traggono piacere dall’angoscia e dalle sofferenze che provocano alla vittima. Sono affetti da parafilie. Si nutrono di fantasie, pianificano nei dettagli il rituale che metteranno in atto".

Quali sono le modalità di esecuzione degli stupri?

"Il loro modus operandi si ripete da uno stupro all’altro e, con il tempo, si perfeziona e si arricchisce. Di solito conducono la vittima in un luogo prescelto dove possono averne il controllo totale, la immobilizzano, la imbavagliano o la drogano, e poi la torturano per ore, o giorni, o settimane con sex toys o altri strumenti. Posseggono un vero e proprio “kit per lo stupro”. Filmano le violenze. Mettono in pose oscene la vittima e la fotografano per costruirsi dei souvenirs da usare per rivivere l’esperienza. Il sadistic, a differenza dell’anger retaliatory serial rapist, agisce violenza sulle aree sessuali della vittima. La vittima può non sopravvivere alle violenze, in genere l’omicidio interviene per soffocamento o strangolamento".

Cosa fanno nei periodi di inattitvità?

"Nei periodi di inattività i “sadistic serial rapist” godono nell’organizzare un nuovo stupro e nel rivedere i filmati o le foto relative a quelli precedenti. Le loro vittime sono più spesso prostitute o soggetti che non disdegnano i rapporti promiscui. Un sadistic serial rapist assume alcool e droga dopo aver pianificato la violenza, le sostanze servono a facilitandogli l’act out".

Droga, stupro e necrofilia. In che modo sono interconnessi?

"La necrofilia è una forma di perversione sessuale, chi la sperimenta prova attrazione sessuale nei confronti dei cadaveri. Il 'sadistic serial rapist' che si intrattiene sistematicamente con vittime ridotte a bambole di pezza è un necrofilo. La sua è una forma di necrofilia o, se vogliamo, di pseudo necrofilia che ricorda quella dei 'giocatori di ruolo', soggetti che si eccitano se durante l’atto sessuale il proprio partner finge di essere morto. La differenza con il 'sadistic serial rapist' che droga la vittima fino a farle perdere conoscenza sta nel fatto che nel caso dei 'giocatori di ruolo' chi si finge morto è consenziente".

Esiste possibilità di recupero per i “serial sadistic rapist”?

"Personalmente non mi prenderei la responsabilità di far uscire un 'serial sadistic rapist' dal carcere.

La storia criminale di Angelo Izzo insegna".

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