Cronache

Stupro di Capodanno, la vittima minacciata anche dalle "amiche"

Nelle deposizioni della vittima spuntano anche le minacce e le pressioni delle cosiddette amiche, infastidite dall'essere coinvolte nella vicenda

Stupro di Capodanno, la vittima minacciata anche dalle "amiche"

Si torna a parlare dell'orribile caso di stupro avvenuto a Capodanno all'interno della villetta di via Podere Fiume, a Primavalle (Roma). Nel racconto della 16enne spuntano anche le minacce rivolte nei suoi confronti dalle sue cosiddette amiche, furiose di essere state coinvolte nelle indagini.

"Le ragazze mi hanno mandato audio su Whatsapp dicendo che le avevo messe nei casini, che avevo fatto i loro nomi. Mi hanno messo un’angoscia addosso..." confessa, come riportato da Il Corriere, la giovane vittima della violenza sessuale avvenuta nella notte di Capodanno del 2020. "Non riesco a riposare, dormo tre ore la notte e il pomeriggio sono stanca". Parole che provano senza ombra di dubbio il profondo stato di ansia e di agitazione in cui si trovava la 16enne, che rilasciò quest'ultima dichiarazione tra il 3 e il 5 febbraio del 2021, a solo un mese di distanza dalla notte dello stupro.

Ma perché tutte queste intimidazioni nei confronti della vittima, già provata a causa della violenza subita? A quanto pare il problema sarebbe la droga.

"La figlia della soubrette mi ha detto: 'Per colpa tua ho un processo, mi hanno dato spaccio, mi metteranno ai domiciliari'. Mi ha mandato un audio di un minuto per minacciarmi", dichiara la 16enne. "Retrovil, cocaina e non so che altro ci fosse… ho scoperto che quelle cose appartenevano alle mie amiche e quindi non penso che avessero interesse a drogarmi. Però magari qualcun altro ha portato qualcosa".

Sul caso, dunque, si aggiungono ulteriori ombre. Ripensando a quei momenti, la 16enne, che adesso è tornata in Spagna, dove vive con la famiglia, afferma di ricordare di non aver assunto quel genere di droghe. "Ho bevuto e fumato canne" ammette, "ma non mi sentivo solo ubriaca e fatta, penso di aver preso altro ma non di mia volontà".

Quanto emerso, però, è che alcune delle ragazze avrebbe avuto della cocaina. "Certa gente la comprava, tutti si sono messi a fare certe cose con la cocaina", aggiunge l'adolescente.

Questo giro di sostanze stupefacenti, potrebbe aver provocato la reazione delle presunte amiche? La 16enne spiega che inzialmente le ragazze la chiamavano al telefono per sincerarsi delle sue condizioni, poi, all'improvvisamo, l'atteggiamento è cambiato. "Passano a mandarmi messaggi in cui mi davano della bugiarda, mi dicevano che per colpa mia avrebbero avuto problemi", racconta la giovane. "C’è lockdown, passiamo tante ore con noi stessi a pensare, troppe cose che non mi tornavano… io sono qui da sola, perché stanno cercando tutti di pararsi il c...", si lascia sfuggire la 16enne. Un'altra frase che ha destato più di qualche sospetto negli inquirenti.

Nelle deposizioni della ragazza, viene menzionato anche Patrizio Ranieri, il diciottenne accusato di violenza sessuale. "Si avvicina qualche giorno dopo il Capodanno dicendomi: 'Ti voglio aiutare, voglio proteggerti'. C’ho creduto", continua nel suo racconto la 16enne. "Di quella notte mi ha raccontato che abbiamo avuto un rapporto. Poi senza che gli chiedessi nulla, mi ha detto di avermi sentito e visto dire 'no' al Biondo. Senza dirmi, dove e quando è successo. Ha visto il Biondo farmi qualcosa e io gli stavo dicendo 'no', l’ha lasciato fare e poi mi ha detto di volermi aiutare, mi ha scritto per chiedermi come sto, e poi ha detto in giro che ero una zo….".

Sono ancora molti, dunque, i passaggi da chiarire.

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