Suicidi, solo negli ultimi sei anni morti quasi mille cittadini a causa della crisi

La denuncia arriva dall'associazione Angeli della Finanza: "Si tratta di un argomento tabù di cui nessuno parla". Ma dal 2012, secondo l'Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University, le vittime sarebbero 937 (con i dati aggiornati al 30 giugno 2018)

Suicidi, solo negli ultimi sei anni morti quasi mille cittadini a causa della crisi

Dal 2012 se ne sono contati quasi mille. Numeri che, però, l'Istat non avrebbe mai rilevato. Sono, letteralmente, dei fantasmi e sono tutte vittime della crisi. Perché, in cinque anni, dal 2012 al 2017 sono state 937 le persone che si sono tolte la vita a causa della mancanza di lavoro e per problemi economici. Sono i numeri, aggiornati al 30 giugno 2018, dell'Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University, diretto dal sociologo Nicola Ferrigni, specializzato nello studio delle fasce più marginali della poplazione. E a riportarlo, su La Verità, è Domenico Panetta, presidente dell'associazione Angeli della finanza, organizzazione nata per dare sostegno a cittadini e imprese in difficoltà. Che ha spiegato: "Chi dice che la crisi si è ormai conclusa sbaglia e sbaglia di grosso. C'è ancora gente che si suicida per problemi economici, perché non riesce a trovare un lavoro, perché è vittima di banche, fisco e usurai".

Chi sono gli "Angeli della finanza"

Dell'associazione fanno parte numerosi commercialisti, avvocati, psicologi, esperti di economia e finanza che, a titolo gratuito, assistono chi ne fa richiesta. Agli assistiti vengono illustrati tutti i possibili percorsi per migliorare la loro condizione, prevenendo soluzioni estreme. Gli Angeli della finanza, nati a Città di Castello, hanno aperto sedi, oltre che in Umbria, anche nel Lazio e in Campania e si propongono di estendere la loro attività in tutta Italia. "Anche perché", ha sottolineato Panetta, "ci chiamano dappertutto e ovunque vi sono professionisti disponibili a non lasciare soli coloro che hanno bisogno anche solo di un sostegno morale".

I numeri e l'identikit dei suicidi

Secondo i dati dell'Osservatorio diretto dal professor Ferrigni, se dal 2012 a oggi, la categoria degli imprenditori interessa il 40,7% del totale dei suicidi per motivazioni economiche, il 37,3% ha avuto per protagonisti i disoccupati, mentre il 20,3% circa delle morti volontarie ha riguardato lavoratori o collaboratori di aziende. Per quanto riguarda la distribuzione geografica del fenomeno, si conferma una progressiva uniformità tra le diverse aree, nonostante il Nord-Est risulti ancora in cima alla lista: dal 2012 a oggi rappresentano infatti il 25,2% i suicidi nell'Italia Nord orientale, a fronte del 24% registrato al Sud, del 19,3% del Nord-Ovest e del 10,4% delle Isole. Nei primi sei mesi dell'anno, però, ad allarmare è la crescita registrata al Sud: sono già 22 i casi, contro i 14 del Nord-Est e i 10 del Centro. La maggiore concentrazione di imprenditori suicidi si osserva ancora una volta nel NordEst (30,8%), mentre la percentuale più elevata di disoccupati e di lavoratori dipendenti che hanno deciso di porre fine alla propria vita a causa di difficoltà economiche si registra maggiormente al Sud (rispettivamente il 28% e il 28,1%). Dall’analisi complessiva, infine, emerge come dal 2012 al primo semestre del 2018 la fascia d’età più esposta risulti quella dei 45-54enni.

Perché l'Istat non ne parla

Secondo Panetta, visto che Istat, da anni, non prende in considerazione rilevazioni specifiche nel campo delle motivazioni economiche, il numero di queste morti potrebbe essere anche superiori. "Nessuna tv, nessuna radio, nessun quotidiano dedica spazio a questo fenomeno", racconta Panetta, "È quasi sempre un argomento tabù. Anche per questa ragione reperire i dati è sempre una difficile impresa". E alla domanda del perché l'Istat non conduca ricerche relative a questa tematica, il professor Ferrigni ha provato a darsi una risposta: "Quando ho posto questo quesito all'istituto mi hanno risposto che si trattava di motivi tecnici. Penso che, in realtà, non si voglia disturbare il manovratore. Nel nostro caso, lo Stato, il governo. Il suicida per ragioni economiche crea sempre imbarazzo, nelle strutture pubbliche, oltre che nei parenti, negli amici, nella Chiesa, nelle altre confessioni religiose, nel mondo della politica, delle imprese, del sindacato". E non mancherebbero solo i numeri dell'Istat, ma anche quelli del Censis.

Case all'asta e mutui

Tra le motivazioni legate alla scelta di togliersi la vita, l'impossibilità di pagare i mutui, per esempio. Panetta, esperto del mercato immobliare, ha osservato che molti suicidi sono una conseguenza degli immobili messi all'asta perché i cittadini, a causa di crisi e difficoltà economiche, non sempre sono riusciti a pagare i loro debiti. Secondo il presidente dell'associazione, il numero delle aste sarebbe impressionante, con 234.000 case messe all'asta. La regione più colpita è stata la Lombardia, con circa 44.000 appartamenti e negozi venduti.

Un lavoro congiunto per risolvere il problema

"Non è sufficiente analizzare il fenomeno dei suicidi", spiega Ferrigni della Link University, "vogliamo ora raccogliere attorno allo stesso tavolo tutte quelle organizzazioni di categoria, enti e associazioni che, in questi anni, con sportelli di ascolto, numeri verdi e altre iniziative, hanno sostenuto imprenditori, disoccupati, precari e pensionati in difficoltà, garantendo aiuti psicologici anche alle loro famiglie".

L'obiettivo, secondo il docente universitario, è quello di creare "una rete propedeutica all'avvio di una task force finalizzata a individuare insieme azioni, idee, proposte funzionali, da una parte, alla progettazione e promozione di politiche e interventi legislativi volti alla prevenzioni e al contrasto dei suicidi, dall'altra, alla ideazione di percorsi di reinserimento dei cittadini più esposti, anche attraverso una partership con i centri per l'impiego e le agenzie interinali".

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