Cronache

Sulla ISS il primo astronauta degli Emirati Arabi

La stazione Spaziale Internazionale ospita da poche ore il primo astronauta proveniente dagli Emirati Arabi Uniti e arrivano, così, a 19 le nazionalità degli uomini e delle donne che hanno vissuto finora nella “base umana” sospesa nello spazio

Sulla ISS il primo astronauta degli Emirati Arabi

Il primo astronauta proveniente dagli Emirati Arabi Uniti è arrivato sulla Stazione Spaziale Internazionale proprio questa mattina, dopo un viaggio di circa 6 ore, a bordo della navicella russa Soyuz Ms-15. Il suo nome è Hazza Ali al-Mansuri, 35 anni e 4 figli, pilota di caccia F-16 con alle spalle 14 anni di servizio nelle forze armate emiratine. Al-Mansuri, come riferisce Rai News, è partito il 25 settembre 2019 alle 15:57 (ora italiana) insieme a due colleghi, il russo Oleg Skripochka della Roscosmos e l’americana Jessica Meir della Nasa. Il lancio è avvenuto dal Cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan. La Soyuz si è agganciata al modulo "Zvezda" alle 21:42 (sempre ora italiana) e il portellone si è aperto alle 23:45. Una volta giunti sulla Stazione Spaziale i tre astronauti hanno ricevuto il benvenuto a bordo dal comandante russo Aleksej Ovchinin, da Christina Koch, Nick Hague e Andrew Morgan della Nasa, dal russo Alexander Skvortsov e dal nostro Luca Parmitano (ESA), che diventerà comandante dal prossimo 2 ottobre.

Questo lancio è entrato nella Storia per diversi motivi. La piattaforma numero 1 del cosmodromo di Bajkonur, usata per il viaggio di Hazza al-Mansuri, è la stessa da cui nel 1961 partì una leggenda dei voli nello spazio, Yurij Gagarin. L’Agenzia Ansa, però, ci informa che dal prossimo lancio, previsto in marzo, non verrà più usata. Gli astronauti, infatti, partiranno con la navicella Soyuz 2.1, i cui sistemi digitali avanzati necessitano di un’altra piattaforma, la numero 31. Inoltre Hazza Ali al-Mansuri è il primo astronauta arabo in assoluto a raggiungere la Stazione Spaziale. Tuttavia non è il primo musulmano, visto che, per esempio, già nel 1985 il principe saudita Sultan bin Salman venne ospitato sullo Shuttle americano Discovery.

Hazza al-Mansuri è già un eroe nel suo Paese e in tutto il mondo arabo che, attraverso il suo successo, ha raggiunto un traguardo scientifico molto importante. Teniamo conto di un fatto: sulla ISS contano il lavoro e la scienza. Non vi è spazio per le tensioni che modellano la vita politica e diplomatica internazionale. Non si tratta di un’utopia, ma di diverse regole che governano il “microcosmo” della Stazione Spaziale e che tengono conto del raggiungimento di risultati concreti a vantaggio di tutta l’umanità. Ciò non toglie che l’intera Dubai, dallo sceicco al Maktoum all’ultimo dei mercanti, sia in festa. Pensate che, come riporta il sito Notizie Scientifiche, una folla si è radunata nei pressi del Centro Spaziale "Mohammed bin Rashid" per assistere alla fase di lancio. Inoltre proprio al momento del distacco della Soyuz il Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, è stato illuminato per celebrare una manciata di secondi entrati nella Storia.

L’astronauta arabo è stato selezionato tra 4mila candidati ed è stato addestrato nel "Centro di Addestramento Cosmonauti Jurij Gagarin" nella Città delle Stelle (Russia). Trascorrerà sulla ISS 8 giorni: il suo rientro, infatti, è previsto per il 3 ottobre (gli astronauti che hanno accompagnato al-Mansuri nel viaggio di andata rimarranno sulla Stazione Spaziale fino al 2020). Al-Mansuri ha portato con sé una bandiera degli Emirati Arabi e 30 semi dell'albero al-Ghaf, che verranno piantati in patria al suo ritorno. Forse molti si staranno domandando come sia possibile rispettare i precetti islamici nello Spazio. Pensiamo alla preghiera, per esempio. Non è possibile usare acqua per le abluzioni, in 24 ore sulla ISS si assiste a 16 albe e altrettanti tramonti. In più la Stazione si muove alla velocità di 27mila Km/h, quindi orientarsi verso La Mecca diventerebbe un’impresa impossibile. Tra l’altro le cose si complicherebbero ulteriormente nel caso un astronauta musulmano partisse durante il Ramadan.

Su queste questioni hanno discusso i più importanti teologi musulmani e generalmente le risposte sono due: il fedele può essere esentato dagli obblighi rituali (per esempio potrebbe recuperare i giorni del Ramadan una volta rientrato), oppure può pregare non tenendo conto della direzione de La Mecca (questo vale anche se non si è in periodo di digiuno). Per le abluzioni basta una salvietta umidificata.

Naturalmente la preghiera non potrà avvenire sul tappeto apposito e l’astronauta credente dovrà cercare di svolgerne ogni fase benché stia fluttuando.

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