Sulle strade bimbi e immigrati. ​Il racket degli aguzzini dell'Est

I timori della polizia per il business dell'accattonaggio. Bambini, disabili sfruttati e migranti: la gestione dei rom

Sulle strade bimbi e immigrati. ​Il racket degli aguzzini dell'Est

Un vero e proprio racket. Gestito principalmente dai nomadi ma in cui si stanno inserendo a gran voce anche i migranti. Nei giorni scorsi era esplosa la polemica per le parole di don Francesco Mariani, parroco di San Giuseppe a Nuoro, che in un editoriale sul settimanale diocesano si era detto a disagio per l'insistenza di migranti e questuanti.

E in effetti, non sempre l'apparenza coincide con la realtà. Perché dietro l'elemosina c'è un vero e proprio racket. I bambini che vengono inviati per strada sono costretti a "raccogliere" almeno 30-50 euro al giorno, da portare ovviamente al boss di turno. Ai bimbi, che non possono essere arrestati, si aggiungono disabili e menomati: vengono fatti arrivare dall'Est europa e poi costretti a battere le strade in cerca del buon cuore dei cittadini. Ma anche loro sono sfruttati da un boss, quasi sempre un nomade. E ai romeni spetta anche il controllo dei semafori durante la settimana.

"In questi anni - racconta un poliziotto al Giorno - stiamo assistendo a una crescita esponenziale dei bimbi sfruttati per questi tipi di comportamenti, spesso oltre il limite della legge. Il motivo? I minori di 14 anni non sono imputabili. Un altro fenomeno in crescita è quello delle donne incinte, messe sulla strada dai capi dei clan rom, per provocare compassione nei passanti e spesso per compiere furti con destrezza tra la folla in metropolitana o sopra gli autobus".

E adesso, con l'arrivo massiccio di migranti, ai nomadi si sono aggiunti gli stranieri. Alcuni richiedenti asilo si muovono in maniera isolata, cercando un supermercato di fronte al quale chiedere un aiuto. Altri, invece, vengono reclutati e portati da camion nelle zone strategiche delle città.

E se prima era un business riservato ai nomadi, ora anche i nigeriani hanno fiutato l'affare. E oltre alla prostituzione, con donne connazionali costrette a vendersi in strada, usano i giovani migranti per raccogliere soldi di fronte ai negozi.

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