Cronache

La Svizzera lancia il referendum anti-burqa

Già vietato nel Canton Ticino, il velo islamico integrale potrebbe diventare fuorilegge in tutta la federazione

La Svizzera lancia il referendum anti-burqa

In Svizzera, dopo il divieto dei minareti, arriva divieto del burqa. Era infatti il 2007 quando il Comitato di Egerkingen lanciò un’iniziativa per bandire la costruzione delle torri, un’istanza accolta e diventata legge nel 2009 con il 57.5% dei voti. Oggi è lo stesso comitato – fondato da esponenti dell'Unione Democratica di Centro e dell'Unione Democratica Federale – a indire un nuovo referendum popolare federale, questa volta per chiedere che il velo islamico venga messo fuorilegge in tutta la nazione.

Il movimento cavalca la risoluzione già adottata nel Canton Ticino, dove grazie all’associazione "Il Guastafeste" di Giorgio Ghiringhelli, il burqa è stato bandito da circa un anno e mezzo. A settembre 2013 il 65.4% dei votanti avallò la proibizione. Questo è quando prevede la costituzione cantonale del Ticino in seguito alla consultazione: “Nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico”. Non si fa dunque esplicito riferimento al burqa o al niqab, ma d’altronde sono veli che celano il viso.

Il precedente del Ticino è stato digerito non senza polemiche, visto che lo stesso Consiglio federale, pur ritenendo la norma conforme al diritto svizzero, l’ha giudicata inopportuna in quanto sono poche le donne musulmane che indossano un velo integrale per motivi religiosi, peraltro senza aver mai causato problemi di pubblica sicurezza. Inoltre, chi le costringe a farlo è punibile per coazione secondo l'articolo 181 del Codice penale elvetico.

Il Comitato di Egerkingen chiede dunque di estendere la misura a tutta la Svizzera, facendo leva sul divieto di coprirsi il volto nei luoghi pubblici in termini di sicurezza innanzi alla minaccia terroristica del fondamentalismo islamico. “In un paese libero si esprime la propria opinione senza celare il proprio viso, da persona libera, faccia a faccia” si legge in una nota del gruppo come scrive Ticinonews.

Interessante, infine, un sondaggio realizzato a dicembre 2014 di cui parla il

html" target="_blank" data-ga4-click-event-target="external" rel="noopener">Corriere del Ticino: il 62% della popolazione svizzera si è detta contraria all’uso del burqa, contro il 32% di chi, altresì, si oppone alla volontà di vietarlo in tutta la federazione.

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