Tacoli: «Pronti per le grandi sfide»

E Riva annuncia la nuova linea full custom in acciao: due yacht «spaziali» da 50 e 68 metri

Tacoli: «Pronti per le grandi sfide»

Montecarlo Parla a Montecarlo guardando di qualche grado a ovest, direzione Genova. Lamberto Tacoli, presidente e ad di Crn (Ferretti), è un fiume in piena. Nel Principato porta a spasso ospiti e giornalisti lungo gli 80 metri di «Chopi Chopi» e si rammarica per l'assenza di «Saramour» in navigazione verso altri lidi. Montecarlo? «È il salone più bello del mondo, è cambiato più di altri negli ultimi dieci anni. È un contenitore eccezionale di nautica». La crisi del settore? «Bastava il contagio diffuso dagli Stati Uniti... Poi nel 2011 è arrivato qualcuno che ha pensato bene di buttare via l'acqua sporca insieme col bambino». Genova? «L'unico modo per non arrivare terzi è arrivare primi...». Chiaro il riferimento al Nautico di casa, destinato probabilmente a cambiare data: non più in ottobre, ma a maggio. Vale a dire prima di Cannes e Montecarlo. Si vedrà. Con una riflessione sull'immediato futuro: «Spero sempre nel risveglio dell'Europa e del Mediterraneo. Intanto qui vedo pochi russi, brutto segnale...».

La realtà Crn, il grande cantiere di Ancona: «Siamo tra i pochi in Italia a costruire imbarcazioni oltre gli 80 metri - aggiunge Tacoli - E gli ordini ci confortano, abbiamo un buon portafoglio. Tiene bene il mercato Usa e quello asiatico, mentre fatica ancora la piazza europea. Ma ci sono timidi segnali di ripresa, anche se non è facile. Colpa di una crisi generale che ha colpito l'intero settore, ma anche di politiche sbagliate che hanno penalizzato duramente tutto il comparto».

Intanto ad Ancona si sta realizzando una nuova nave da diporto, il megayacht Crn 131 di 74 metri, in acciaio e alluminio. Il megayacht è stato realizzato sulla piattaforma navale di 13,50 metri, la stessa utilizzata per la costruzione del 72 metri «Azteca».

La nave, sviluppata su cinque ponti più il sub deck, può ospitare comodamente 12 persone, distribuite fra 5 cabine ospiti e la suite dell'armatore, oltre a 28 membri dell'equipaggio.

QUELL'INTUIZIONE DI CARLO RIVA

«Costruire in vetroresina è indubbiamente più facile che lavorare il legno. Difficile, però, è costruire bene». Così Carlo Riva a fine anni Sessanta. Oggi, se al posto della vetroresina ci mettiamo l'acciaio, possiamo capire quale spinta inesauribile ha sempre guidato questa icona della nautica mondiale. Una spinta che, guardando all'innovazione, ambisce alla perfezione. È nel Dna Riva. Nel passato così come nel presente. Oggi che il brand sceglie una delle sue sponde più care, Montecarlo, e la suggestiva Aquarama Lounge sulla terrazza dello Yacht Club de Monaco, per raccontare che è pronto a sedurre il mondo ancora una volta, debuttando in un mercato che il suo blasone gli impone. E che da sempre gli appartiene.

L'annuncio: nasce la nuova linea full custom in acciaio che, a partire dal primo progetto di 50 metri (al quale seguirà un secondo yacht di 68 metri), è destinato a svilupparsi nei prossimi anni arrivando a presentare in futuro una gamma che si estenderà fino a 100 metri. Il progetto di Carlo Riva, chenegli anni '60 e '70 aveva iniziato a «pensare in grande» con la sua Yacht Division, oggi diventa realtà.

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