Cronache

Quella frase di Davigo: "Tanto io in carcere..."

L'ex consigliere del Csm: "Sono sotto processo, ma non ho la minima preoccupazione. Ho compiuto 70 anni: non posso neanche andare in carcere e starei comunque a casa mia"

Quella frase di Davigo: "Tanto io in carcere..."

A 30 anni da Mani pulite è arrivato il rinvio a giudizio per Piercamillo Davigo, con l'ipotesi di reato di rivelazione di segreto di ufficio. La decisione è arrivata dal gup di Brescia, Federica Brugnara. Così l'ex consigliere del Consiglio superiore della magistratura dovrà andare a processo per il caso della diffusione dei verbali coperti da segreto istruttorio resi dall'avvocato siciliano Piero Amara sulla presunta esistenza della "loggia Ungheria".

Il caso ha sollevato una vera e propria bufera tra le fila della magistratura. Ma Davigo sembra essere tranquillo: ad ammetterlo è stato proprio lui, complice anche il fatto di aver raggiunto il compimento di 70 anni di età. Un requisito che, in molti casi, scongiura la galera di fronte a un'eventuale condanna.

La frase di Davigo

Come ricorda il Corriere della Sera, l'ex consigliere del Csm lo ha detto senza giri di parole. Si è espresso in maniera chiarissima e si è mostrato piuttosto spensierato, anche perché ha ribadito la totale convinzione di essere innocente: "Io sono sotto processo penale e non ho la minima preoccupazione. A parte il fatto che sono innocente, ma so che comunque non mi accadrebbe niente perché - avendo compiuto 70 anni - non posso neanche andare in carcere e starei comunque a casa mia". Davigo lo ha dichiarato in occasione di un intervento all'Università di Pisa, per una tavola rotonda sul convegno Tangentopoli 30 anni dopo.

La vicenda

Bisognerà stabilire se Davigo abbia o meno rassicurato il pm milanese Paolo Storari di essere persona autorizzata a ricevere quei verbali così delicati. Nel capo di imputazione si legge che si tratta di atti che Davigo avrebbe diffuso ad altri componenti di Palazzo dei Marescialli in modo "informale e senza alcuna ragione ufficiale". In quale modo? "Violando i doveri" legati alle sue funzioni e "abusando delle sue qualità".

La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 20 aprile davanti alla prima sezione penale. Francesco Borasi, difensore di Piercamillo Davigo, ha assicurato che il suo assistito "si difenderà fortemente in dibattimento essendo certo della propria innocenza". Ovviamente la linea difensiva proverà a mostrare la correttezza dell'operato di Davigo nell'intento di ribadire quelle che vengono reputate le contraddizioni del capo di imputazione.

Il legale si è detto perplesso sul modo in cui Davigo abbia potuto compiere il reato di rivelazione di segreto d'ufficio mostrando i verbali secretati dell'avvocato Piero Amara al vicepresidente del Csm David Ermini.

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