Coronavirus

Tensioni tra il governo e il Cts: sotto accusa gli Open day

Dopo la morte di Camilla, finiscono sotto accusa le giornate organizzate da alcune Regioni per somministrare il vaccino AstraZeneca ai giovani. Atteso oggi il parere del Cts

Tensioni tra il governo e il Cts: sotto accusa gli Open day

È attesa per oggi la risposta di Aifa e Cts in merito all'uso di AstraZeneca sugli over 60, dopo l'avvio di una "riflessione" seguita alla morte di Camilla, la 18enne di Sestri Levante deceduta a causa di una trombosi, 14 giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino durante l'open day del 25 maggio scorso.

Il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) si annuncia più stringente rispetto a quello pronunciato due mesi fa, con la possibilità di bloccare il vaccino agli under 60, e potrebbe aprire anche al richiamo di AstraZeneca con altri sieri. "Questo perché gli studi più recenti dicono che con la seconda dose a Rna messaggero si ottiene una risposta anticorpale persino più efficace di quella che si ha ripetendo l'infusione con il vaccino a vettore virale", ha spiegato alla Stampa uno degli scienziati del Comitato. Così, dopo il passato già controverso, AstraZeneca torna a far discutere, tanto che gli scienziati avrebbero già deciso di eliminare quell'"in via preferenziale", che era stato specificato sulla precedente raccomandazione, riferendosi alla somministrazione per gli over 60. Parole poco chiare, che non chiudevano alla possibilità di somministrare dosi del vaccino ai più giovani, tanto che alcune Regioni avevano organizzato degli Open day, proprio per vaccinare giovani e giovanissimi. Un'idea, questa, guardata con timore dai tecnici del Comitato, che però non aveva bloccato l'iniziativa. E ora, stando a quanto riporta la Stampa, la tensione del Ministero di Roberto Speranza e il Cts inizierebbe a farsi sentire.

Sotto accusa sono proprio le giornate organizzate per la somministrazione del vaccino ai giovanissimi. Tanto che i governatori delle Regioni che non hanno proposto l'iniziativa hanno immediatamente sottolineato il loro operato, ricordando di non aver mai organizzato gli Open day rivolti ai ragazzi. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha rivelato al Corriere della Sera di aver deciso già da aprile di rispettare il limite di età dei 60 anni per AstraZeneca: "In Veneto siamo stati rispettosi al massimo dell’indicazione data da Agenzia italiana per il farmaco", ha precisato. Infatti, racconta Zaia, "ad aprile abbiamo visto la circolare di Aifa, che raccomandava di utilizzare i vaccini a vettore virale sopra i 60 anni. Prima erano stati raccomandati sotto i 55, poi sotto i 60 e infine sopra i 60. Si parlava di trombosi profonde soprattutto nelle donne giovani. Quel giorno abbiamo preso una decisione: quel vaccino si sarebbe fatto solo a chi ha più di 60 anni, salvo diversa anamnesi del medico". Una linea che convince anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: "Con AstraZeneca ci muoveremo su una linea di grande prudenza: questo vaccino sarà somministrato agli ultra sessantenni che è la fascia d'età dove non ci sono stati problemi in nessuna parte del mondo", ha precisato. Stop, quindi, agli Open day con AstraZeneca: "Abbiamo molte dosi di Pfizer e Moderna- ha aggiunto De Luca- quindi utilizzeremo questi vaccini per i quali non c'è nessun problema. Di AstraZeneca faremo solo le seconde dosi anche perché chi ha fatto la prima e non ha avuto conseguenze può fare tranquillamente anche il richiamo".

Sul tema è intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha commentato la morte di Camilla, sottolineando: "Non è possibile invitare alla corsa al vaccino senza cautele. In Italia c'è qualche genio che organizza gli OIpen day". Ma Salvini non ci sta: "Noi diciamo stop- precisa- Astrazeneca lo si dia agli over 60, chi ha autorizzato gli open day per bambini e ragazzi? Prima di sperimentare sulla pelle dei bambini, calma. Vaccinare i fragili sì, ma prima di vaccinazioni di massa dei bambini di 12 e 13 anni dico calma". A frenare le critiche è invece Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, che a Rainews24 ha dichiarato: "Non è stato un errore fare gli open day, ma ora in questo momento c'è la possibile indirizzare meglio i vaccini e dare ai più giovani vaccini a mRna".

I dati dell'Agenzia italiana del farmaco, relativi ai primi cinque mesi di campagna vaccinale, parlano di 21 reazioni gravi ogni 100mila dosi somministrate. Tra il 27 dicembre 2020 e il 26 maggio 2021 sono 66.258 le segnalazioni arrivate all'Aifa, su un totale di 32.429.611 dosi, con un tasso di segnalazione di 204 ogni 100.000 dosi. Di queste, circa il 90% "sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari". Relativamente ad AstraZeneca, Aifa riferisce un "tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in linea con quanto osservato a livello europeo (1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo seconda dose), prevalentemente in persone con meno di 60 anni". Come riporta la Stampa, i dati più specifici dell'Ema (Agenzia europea del farmaco) parlano di 2,1 casi tra i 40-49enni e di 1,8-1,9 casi nella fascia 30-39 anni. Anche con questi dati, le complicanze rimangono molto rare. Ma, anche se rare, le trombosi potrebbero essere evitate, lasciando i vaccini a vettore virale ai meno giovani. Pratica che non sembra essere seguita come dovrebbe: la Stampa rivela, invece, di essere in possesso di alcuni numeri, che parlano di "un milione e 423mila dosi di AstraZeneca e l'altro vaccino a vettore virale Johnson&Johnson. Ma di queste, ben 940mila sono andati alla fascia da 30 a 60 anni e altre 163 mila a quella dai 18 ai 29 anni, lasciando poco più di 300 mila dosi agli over 60 per i quali invece erano raccomandate".

Ora starà al Cts prendere una decisione sulla somministrazione di Astrazeneca. Il responso è atteso per oggi.

Poi, il Ministero dovrà tradurre le indicazioni del Comitato in un'ordinanza.

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