Economia

Terrorismo sulle pensioni

L'esecutivo mira a tagliare gli assegni, l'Inps parla di lavoro fino a 75 anni: così dilaga il panico

Terrorismo sulle pensioni

Tra le tante cose odiose che un governo può fare, giocare con la vita dei cittadini più deboli o in ansia per il loro futuro è in cima alla classifica. Ormai da mesi non passa giorno senza che qualcuno, dal governo o dall'Inps, annunci imminenti cambi del sistema pensionistico. Premier, ministri, presidenti: tutti a buttare in pasto all'opinione pubblica, pensionati e pensionandi, ipotesi che si contraddicono l'una con l'altra. Tagli sì e tagli no, reversibilità in forse ma anche no, uscita dal lavoro agevolata a 58 ma anche a 60 o 64 anni, contrordine i quarantenni di oggi dovranno lavorare fino a 70 e oltre. Una babele indegna sulla pelle di persone che dovrebbero pretendere certezze dopo aver pagato allo Stato tasse e contributi per una vita.

Più che al dilettantismo, all'improvvisazione, più che all'assoluta incapacità di governare un grande Paese, siamo arrivati al terrorismo psicologico, a una forma di raffinata tortura che lascia allibiti. Brancolano nel buio, sparano cifre a caso, seminano caos, paure e false speranze a seconda di chi parla.

Mi metto nei panni di un lavoratore che è giunto al punto di programmare l'ultimo miglio della vita attiva e immagina come sarà il meritato riposo. Scelte che non coinvolgono soltanto lui. Questo signore avrà una famiglia, il cui destino è condizionato dal suo. Impegni da mantenere, figli da aiutare, nipoti che si possono affacciare alla vita in un modo anziché in un altro anche in base alla solidità e alla certezza della situazione economica complessiva. Parliamo cioè di problemi reali della vita reale, non di chiacchiere sulla riforma del Senato o sui candidati sindaci. Ecco, io credo che questo signore meriti attenzione e rispetto almeno quanto gli immigrati. E invece niente.

A questo punto forse vale la pena, vista l'incapacità del governo di gestire con buon senso soldi nostri, di prendere in seria considerazione la ricetta inglese: quando uno decide di smettere di lavorare, passa alla cassa e ritira in una unica soluzione tutto il dovuto, dopodiché si arrangerà per gli affari suoi.

Per male che vada, sempre meglio che rimanere ostaggi di un governo di incapaci e di uno Stato ladrone che vuole usare le pensioni come bancomat per finanziare il suo shopping.

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