Cronache

"Ti sparo mongoloide", condannato vicino stalker

Una banale lite tra vicini si è trasformata in un incubo per madre e due figli, di cui uno disabile, stalkerizzati per oltre un anno da un vicino di casa

"Ti sparo mongoloide", condannato vicino stalker

Non sopportava i rumori che provenivano dall'appartamento al piano superiore, dove alloggiavano madre e due figli, di cui uno disabile. Così un 48enne di Roma ha deciso di vendicarsi, perseguitando la donna e i suoi figli con minacce, insulti e vessazioni durate per mesi. Fino a quando la vicina ha sporto denuncia e l'uomo è finito davanti al giudice, che lo ha condannato per stalking.

La vicenda è cominciata nell'estate del 2019 in un condominio in zona Lunghezza, vicino alla Prenestina. Infastidito dai rumori provenienti dall'appartamento sopra al suo, l'uomo ha preso di mira i vicini di casa, accanendosi in particolar modo sul ragazzo affetto da disabilità, offendendolo per strada e insultandolo negli spazi comuni della palazzina. Offese che si sono trasformate in vere minacce di morte: "Sei un mongoloide, fai una brutta fine", "Ti sparo in testa sei una morta di fame". Così l'uomo si sarebbe rivolto in più di un'occasione alla donna e a suo figlio disabile, intimidendoli in modo costante.

Il 48enne romano non si è però limitato solo a minacce e vessazioni, ma è passato anche alle vie di fatto con atti intimidatori, forando le ruote dell'auto della madre del ragazzo, prendendo a calci la porta della loro casa e aspettando la donna davanti a casa per spaventarla. Non solo, l'uomo avrebbe anche inseguito il minore disabile minacciandolo nel tentativo di spaventarlo. La persecuzione è durata quasi un anno, fino a quando la donna ha preso coraggio e ha deciso di sporgere denuncia contro il vicino di casa.

La segnalazione ha permesso alle autorità di avviare l'iter processuale e per l'uomo, oltre al divieto di avvicinamento alla donna e ai suoi figli, è scattato il processo. In tribunale sono stati raccontati i numerosi episodi di cui madre e figli sono stati vittime e a nulla è valsa la tesi della difesa, secondo la quale il 48enne avrebbe agito così - insultando ma non minacciando - per esasperazione. L'accusa ha riportato il grave stato d'ansia vissuto dalla donna e dal minore disabile per le minacce per questo il giudice Valerio de Gioia ha condannato il 48enne a un anno e due mesi di carcere per stalking.

Con l'aggiunta di una provvisionale da 2mila euro che l'uomo dovrà versare alla donna, che si è costituita parte civile anche per conto del figlio.

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