I cori razzisti, poi le spranghe di delinquenti simpatizzanti dell'Inter contro tifosi del Napoli e infine pure il morto, un ultrà nerazzurro investito nella bolgia da un suv non ancora identificato. Siccome gli idioti allo stadio, in questo caso San Siro, sembrano non bastare, ecco che sul web si scatena una seconda idiozia - meno sanguinosa, ma non meno grave della prima - in base alla quale gli incidenti di Milano prima, durante e dopo Inter-Napoli sarebbero figli del clima di odio razziale instillato da Salvini e dalla Lega.
Quello di cercare nessi tra la situazione politica e le guerriglie dentro e fuori gli stadi è un gioco vecchio quanto il football, non ha alcun fondamento e serve solo ad alimentare nuovo odio. Il primo morto di morte violenta legato a una partita di calcio e registrato ufficialmente come tale risale al 1920. Dal 1950 ad oggi ben 24 tifosi sono caduti sul campo, che doveva essere di gioco e si rivelò purtroppo di battaglia. Nella cosiddetta Seconda Repubblica, cioè dal 1994, è successo due volte sotto i governi Berlusconi, due con Prodi e una con Renzi.
Cambiano i governi ma, come si evince, i delinquenti, di destra o di sinistra, e i razzisti ahimè restano tali sotto qualsiasi bandiera. Che Salvini nei giorni scorsi, non conoscendolo, abbia scattato una foto con uno di loro (un ultrà del Milan con precedenti) è ovviamente del tutto casuale, come ben sanno le star della politica che si ritrovano sotto assedio ovunque si rechino. Salvini, che io sappia, è un tifoso vero. Di recente, per gli insuccessi del suo Milan, se l'è presa con Gattuso, che mi risulta essere un «bianco», e ancora prima con Berlusconi, «bianco» e pure brianzolo; sono sicuro mai con Gullit, Weah, Rijkaard e tutti gli altri giocatori di colore che fecero grande la sua squadra del cuore.
Lasciamo stare la politica e aspettiamo che le forze dell'ordine consegnino alle patrie galere i violenti e i razzisti, che non sono né al governo né nella sede dell'Inter.
L'unico legame tra il calcio è il razzismo che mi risulti in essere è quello che abbiamo pubblicato ieri in prima pagina, cioè il rifiuto di Salah, campione egiziano del Liverpool, di giocare insieme all'israeliano Dabbur. Ma si sa, purtroppo l'antisemitismo di un arabo da queste parti non è considerato razzismo. Più facile inchiodare Salvini a uno stupido e innocuo selfie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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