La Regione dovrà rifare le graduatorie per l'assegnazione dei fondi per il sostegno all'affitto, perché gli stranieri erano "discriminati", grazie al meccanismo della residenza obbligatoria da 5 anni in Lombardia o da 10 in Italia. L'ha stabilito il giudice del lavoro Tullio Perillo, che ha accolto il ricorso contro il Pirellone presentato dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri dell'Asgi, l'associazione studi giuridici sull'immigrazione, e dell'associazione Avvocati per niente (Caritas).
La sentenza del Tribunale di Milano ha scatenato la reazione della Lega Nord: "Questo verdetto è discriminatorio verso i cittadini lombardi e italiani e va contro il buon senso. Come va contro il buon senso - afferma l'on.Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Nord - la richiesta da parte del giudice alla Regione Lombardia di riaprire l'accesso ai fondi per l'affitto a quei cittadini extracomunitari finora esclusi. Questo significherebbe che qualunque immigrato, residente anche solo da pochi mesi sul proprio territorio, potrebbe scavalcare in graduatoria un cittadino italiano che magari versa in un momento di difficoltà dopo aver versato per decenni contributi allo Stato e aver contribuito a mantenere il nostro welfare.
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