Cronache

Torino, chiudono tutti i campi rom e la Lega spinge: "È solo l'inizio, si replichi questo schema"

È stato definito un esperimento pilota, applicabile anche ad altre realtà: entro Natale saranno sgomberati gli insediamenti in via Germagnano. Per il progetto sarà seguito il "modello ex Moi"

Torino, chiudono tutti i campi rom e la Lega spinge: "È solo l'inizio, si replichi questo schema"

Il progetto è quello di chiudere i campi rom e l'idea è quella di farlo con il "modello Torino", lo stesso che ha permesso di affrontare l'emergenza costituita dall'occupazione delle palazzine dell'ex Moi, nel capoluogo piemontese. E quando al governo della Regione è approdata la Lega la convinzione si è fatta più salda. Secondo quanto riportato da La Stampa, infatti, proprio con la Lega era arrivata la liberazione definitiva e rapida dell'ex villaggio olimpico e adesso, sempre con il partito di Matteo Salvini, il modello utilizzato per l'ex Moi sarà riproposto sui campi rom da comune di Torino, Regione, Prefettura e Diocesi.

Come funzionerà lo sgombero

In base a quanto riportato dal quotidiano, entro Natale le 36 persone che ancora vivono all'interno del perimetro autorizzato di via Germagnano dovranno uscire da roulotte e baracche e dal mese prossimo, a gennaio, a essere smantellato sarà un pezzo di insediamento nella strada dell'aeroporto. L'iter sarà quasi uguale a quello che ha portato rifugiati e richiedenti asilo fuori dall'ex Moi. Il Comune, però, spingerebbe per progetti di inclusione e inserimento al lavoro, la Lega, invece, punterebbe più sul piano della legalità.

La priorità della Lega

Al governo regionale, più di ogni altra cosa, infatti, interessa raggiungere gli obiettivi della legge approvata nel mese di ottobre, cioè, come spiegato dall'assessore alla Sicurezza, Fabrizio Ricca, "la chiusura totale e definitiva dei campi in Piemonte". Per arrivarci il più velocemente possibile, la Regione ha ottenuto tempi più rapidi ma ha dovuto accettare che l'impianto complessivo dell'area non venisse stravolto, almeno nel capoluogo. Altrove tutto dipenderà dai sindaci dei comuni interessati. In Piemonte attualmente esistono 19 ampi autorizzati, con circa 2.200 persone al loro interno. "Quello di Torino è l'inizio di un percorso. Ho chiesto al prefetto Claudio Palomba di coordinare gli altri prefetti piemontesi per replicare questo schema in tutti i comuni nei quali esistono insediamenti rom, per arrivare a superarli nel più breve tempo possibile", ha concluso Ricca.

Dinamica, strumenti e modalità

A fare somigliare questo progetto allo sgombero dell'ex Moi sono anche gli strumenti dell'operazione previsti, che dovrebbero essere gli stessi. La Città, infatti, dovrà nominare un project manager, il quale sarà incaricato di coordinare tutti gli interventi. La Città, poi, dovrà occuparsi delle bonifiche delle aree liberate e la Regione dovrà fornire risorse e l'accesso ai programmi già esistenti di formazione civico-linguistica, integrazione e lavoro. La Prefettura, invece, stanzierà altre risorse e coordinera lo sgombero. A questo punto dovrebbe poi intervenire anche la Diocesi, con il compito di fornire abitazioni per ricollocare le persone.

L'idea della giunta Appendino

"Le azioni devono essere finalizzate da una parte al ripristino della legalità e dall'altra all'inclusione sociale delle minoranze etniche interessate", si legge nel testo approvato martedì scorso dalla giunta guidata dal sindaco del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, che già due anni fa, la stessa giunta aveva avviato un progetto per il superamento dei campi rom.

L'esperimento pilota

L'accordo per smantellare i campi rom sarebbe nato anche dalla collaborazione con il ministero dell'Interno che, attraverso la Prefettura, ha stanziato 250mila euro per questo primo intervento a cui si devono aggiungere i 300mila euro della Regione.

Michele Di Bari, prefetto del capoluogo piemontese e capo del dipartimento per l'Immigrazione, l'ha battezzato come un esperimento pilota che potrebbe essere applicato anche a diverse realtà.

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