Coronavirus

Torino, coppia di cinesi presa a bottigliate: "Andate via, non siete umani, siete il virus"

I due asiatici, residenti nel capoluogo piemontese dal 2016, lavorano in un supermercato. Da tempo evitavano mezzi pubblici per il timore di minacce e mortificazioni, ma sono stati aggrediti vicino alla loro abitazione

Torino, coppia di cinesi presa a bottigliate: "Andate via, non siete umani, siete il virus"

Sarebbero stati aggrediti di notte, vicino alla loro abitazione. Per questo motivo, una coppia di giovani di origine cinese ha denunciato ai carabinieri di essere stata presa a bottigliate da due ragazzi. Prima gli spintoni, poi l'attacco e anche gli insulti: "Andate via, portate il coronavirus". È accaduto stanotte, intorno alle due, nel quartiere Borgo Vittoria di Torino, mentre i due giovani asiatici stavano rientrando a casa, dopo il turno di lavoro in un supermercato della zona.

La dinamica dell'aggressione

La coppia sarebbe stata avvicinata da due italiani che, prima, li avrebbero offesi per la loro nazionalità, accusandoli di diffondere il virus cinese che sta spavendando mezzo mondo, e poi li avrebbero colpiti con una bottiglia di vetro rotta. In queste ore, per risalire agli aggressori, i carabinieri stanno esaminando tutte le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, con l'obiettivo di individuare i responsabili del gesto.

Chi sono gli aggrediti

Secondo quanto riportato da La Stampa, Chen e Ye hanno 28 e 25 anni e un lavoro in un supermercato come addetti al banco del sushi. La coppia abita nel capoluogo piemontese dal 2016, in zona Madonna di Campagna. Nel corso dell'aggressione, Chen è rimasto ferito al sopracciglio destro, ma avrebbe rifiutato il ricovero in ospedale per subire ulteriori mortificazioni, magari anche da altre persone, e i sanitari del 118 lo avrebbero medicato sul posto subito dopo l'attacco.

Le conseguenze delle botte

In base alla ricostruzione del quotidiano, i segni dei colpi, su di lui, sarebbero evidenti: ha un cerchio viola intorno all'orbita destra, un graffio sul braccio sinistro, lividi e occhi rossi. La sua fidanzata, spaventata dopo l'aggressione, avrebbe detto di avere paura: "Da quando si è iniziato a parlare del virus non prendo più l'autobus. Esco soltanto per andare al lavoro e ci vado in auto. Temo che qualcuno mi faccia scendere dai mezzi soltando perché sono cinese".

"Voi non siete umani, siete il virus"

L'aggressione si sarebbe consumata vicino al garage dove la coppia posteggia l'auto al ritorno dal lavoro. "Stavamo uscendo, quando abbiamo trovato sul portone due ragazzi italiani. Avranno avuto 16 o 18 anni. Non erano ubriachi, volevano palesemente attaccare briga. Ci hanno urlato che dovevamo andare via, perché abbiamo il coronavirus", ha spiegato la ragazza. Il 28enne, poi, avrebbe aggiunto: "Ci hanno proprio detto 'Voi non siete umani, voi siete il virus' come se noi fossimo una malattia, solo perché siamo nati in Cina".

Le botte e le minacce

Chen, a quel punto, sarebbe stato spintonato, anche se ha provato a difendersi. Secondo la ricostruzione della fidanzata, i due aggressori avrebbero raccolto delle bottiglie dal cestino dell'immondizia e ne avrebbero spaccata una sull'occhio del suo compagno. "A un certo punto, mi sono cadute le chiavi della macchina. Mi sono chinata a prenderle e rialzandomi la chiave si è aperta con uno scatto. Uno dei due ha lasciato Chen ed è venuto da me. Pensava che avessi un coltello. Si è messo a gridare fortissimo: 'Colpisci, colpisci', mentre si alzava la maglia fino al mento. È rimasto a torso nudo, a un centimetro da me", ha concluso la giovane cinese.

L'arrivo dei soccorsi

Chen e Ye, a quel punto, avrebbero provato ad andarsene, ma i due li avrebbero seguiti: "Mi è arrivata una bottiglia in mezzo alla schiena, mentre ero girata di spalle". La coppia aggredita ha continuato a camminare senza più girarsi, fino all'arrivo dei soccorsi. Appena giunti i sanitari, i due aggressori non c'erano più. Ma a poche ore da quell'attacco, la coppia cinese non vuole uscire di casa: "Non abbiamo mai fatto del male a nessuno. Abbiamo paura di tutto". E ancora: "Mi hanno raccontato che una nostra connazionale è stata spintonata su un autobus. Che le hanno anche appiccicato la gomma da masticare sui capelli".

"Il virus? Non è colpa nostra"

I due giovani, provati dall'esperienza, hanno voluto insistere poi su un punto: "Non è colpa nostra se si è diffuso questo virus, non è colpa di nessuno. Siamo nati in Cina, ma questa non può essere una colpa. Eppure, siamo trattati come se fossimo degli appestati.

Questo è terribile e adesso abbiamo paura, di tutto".

Commenti