Treni, bus, taxi: tutti i dubbi sulle nuove regole

Lo stop ai convogli e il nodo dei controlli. Il ritorno dei bigliettai, ma manca personale

Treni, bus, taxi: tutti i dubbi sulle nuove regole

Signori, si parte. Se ci si riesce. Sono in vigore da ieri, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, le nuove norme sui trasporti pubblici contenute nell'ordinanza dei ministeri di Salute e Infrastrutture dei giorni scorsi. Una serie di provvedimenti volti a ridurre il rischio di contagi. Ma assai impattanti, zeppi di criticità e in qualche caso destinati a restare lettera morta.

TRENI

Due le novità principali. La prima è che il controllo del green pass nelle grandi stazioni (come Milano Centrale, Roma Termini, Firenze Santa Maria Novella) dovrà avvenire preferibilmente (strana parola) prima di salire a bordo e non contestualmente al controllo del biglietti. Lo stesso sottosegretario alla Salute Andrea Costa ammette che «è una misura che può essere complicata, ma va nella direzione di essere sempre più prudenti». Per l'infettivologo del Policlinico Tor Vergata di Roma Massimo Andreoni potrebbe essere addirittura un caso di zappa sui piedi: «Temo che si creino dei problemi di assembramento nelle stazioni». La seconda criticità è data dalla facoltà per le autorità sanitarie e la polizia di fermare un treno in caso di «passeggeri con sintomi riconducibili al Covid-19». «Se si annuncia bisogna che poi si faccia, ma fermare un treno per un"appestato" mi sembra assurdo e fuorviante», dice Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova. Più articolata l'analisi di Andreoni: «Mi sembra irrealizzabile: è quasi impossibile stabilire da pochi sintomi se una persona ha un raffreddore o il Covid. Non possiamo nemmeno pensare di mettere in posti riservati i casi sospetti, sarebbe controproducente e pericoloso». Non è chiaro nemmeno come verrebbe «scoperto» l'infetto intruso: si dovrebbe autodenunciare? Oppure un medico girerebbe per i treni a scrutando clinicamente i viaggiatori? O forse si conta sulla delazione dello starnuto, trasformando ogni vagone in una succursale ferroviaria della Stasi?

AUTOBUS E TRAM

Le novità sono la possibilità di accedere al mezzo anche dalla porta anteriore, proteggendo la cabina del conducente con un separatore, e il ripristino delle «attività di vendita e di controllo a bordo». In pratica ritornerà il bigliettaio. L'idea piace al virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco («con buon senso e gradualità per me ci sta») ma molto meno alle aziende di trasporto locale, sempre alla canna del gas, che dovrebbero immaginare organigrammi che non esistono. Chi pagherebbe il raddoppio del personale viaggiante? I ministeri non chiariscono. Così «l'avanti c'è posto» rischia di essere solo nostalgia da fogliettone.

TAXI

Non si potrà viaggiare a bordo di taxi e Ncc in più di due, salvo non si tratti di un nucleo familiare. «Un'ordinanza surreale, si vuole distruggere e svendere il settore al migliore offerente che sono le multinazionali», dice Rosario Gallucci, segretario nazionale di Orsa Taxi. Oltretutto le nuove norme non sono chiare: «La vecchia ordinanza - chiede Gallucci - prevedeva non più di due passeggeri per fila. Con questa nuova anche il taxi con otto posti potrà accogliere solo due passeggeri? Se fosse così saremmo all'inverosimile».

C'è anche il timore che non tutti rispettino la regola, danneggiando i più corretti tra gli autisti. E soprattutto che la limitazione finisca per rivelarsi un assist agli abusivi, che certo non baderanno a numeri, distanze e passaporti immunitari.

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