Autoassumersi senza stipendio per avere in futuro una pensione più alta. È il trucchetto – che funziona – utilizzato da un sindacalista Snals (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola) per garantirsi un’anzianità economicamente più tranquilla.
Peccato però che, come scrive Il Resto del Carlino, la giustizia italiana lo abbia beccato in fallo e bastonato: infatti, il 67enne è stato condannato a un anno di reclusione, 600 euro di multa e confisca di eventuali risparmi fino a 26mila euro per truffa aggravata all’Inps.
"Ne ho viste di tutti i colori in tanti anni di sindacato allo Snals" si difende l’uomo, segretario provinciale del sindacato, che si è di fatto integrato la pensione di 331 euro al mese, arrivando così a un netto in busta di 1900 euro. Il tutto grazie a un escamotage legislativo datato 1996 che – parole sue in aula – "in tanti come me, in tutta Italia, hanno messo a frutto".
Pensione più ricca col trucchetto
Il pensionato si giustifica ancora: "Ho lavorato giorno e notte per il sindacato, prendendo sempre il mio stipendio di professore. Disponibile con tutti per i loro problemi, ho viaggiato a Roma e da altre parti, senza ricevere niente in cambio. Ho chiesto alla direzione generale dello Snals a Roma la possibilità, un anno prima di andare in pensione, di essere assunto e mi hanno detto di sì perché così facevano tutti gli altri, e io l’ho fatto. Se sono colpevole io, gli altri come me cosa sono? La verità è che io ho diritto a quella integrazione per tutto il lavoro svolto volontariamente per tanti anni".
Ecco, dunque, in cosa consiste l’artificio. Come docente di educazione tecnica distaccato allo Snals dal 2003, arrivando in odore di ritiro nel 2008, ha fatto domanda alla sua direzione generale di applicare la legge n° 564 del 1996 per integrare il futuro assegno pensionistico. Domanda accordata, anche se con un “ok” meramente telefonico. Al che si è auto-assunto come co.co.co. tramite una delibera firmata da lui, garantendosi uno stipendio mensile di 1.500 euro, che però nessuno gli ha mai versato, essendo le casse dello Snals di Pesaro vuote.
Insomma, per i versamenti pensionistici all’Inps, ci ha pensato direttamente l’insegnante-sindacalista, pagando in otto mesi circa 15mila euro, risultando quindi lavoratore a libro paga dello Snals dal primo settembre 2008 al 31 agosto 2009 (quando è andato in pensione con dimissioni volontarie). L’Inps, così, gli ha calcolato e corrisposto l’assegno arricchito di 330,84 al mese grazie a quell’assunzione “farlocca” decisa da lui stesso.
Ora, però, una punizione pecuniaria che pare andare oltre le sue possibilità economiche: "Sono soldi che io non ho, dove li prendo? Se mi portano via la
pensione come faccio a vivere. Sono sempre a capo della segreteria provinciale Snals, ma adesso ci hanno dato lo sfratto e rischiamo di chiudere. Per fortuna l’Inps continua a pagarmi la mia pensione di 1.900 euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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